Angolo Angolo
 48 ore non stop di salvataggio 
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In viaggio verso Roma
Si parte alle ore 22, fa freddissimo, temperatura appena sopra lo zero, ed una luna piena che riesce ad illuminare. La foto e' scattata senza flash o illuminatori, si vede il profilo del museo e le montagne. Sembra nera, ingranditela. Luca passa a prendermi alle 22 in punto, per andare a Gaglianico, dove ha il camion.
Ecco il camion in garage, il nostro e' il secondo a partire da sinistra, che si sta scaldando, prima di uscire dall'autorimessa.
Il camion e' pronto per partire. Abbiamo caricato 4 pallet 80x120, nel caso dovessero servire, ed in transpallet, oltre alla mia cassetta degli attrezzi, il nastro adesivo, la pellicola per filmare i pallet finiti. Si parte.
Sosta obbligatoria dopo 4 ore di viaggio. La sosta cade sull'autogrill Aglio Est, sugli appennini, che pero' ha chiuso ristorante ed autogrill, ed aperto solo un piccolo bar vicino al distributore di benzina. Lo spazio per parcheggiare i camion e' in alto, rispetto al distributore, cosi' c'e' da farsi una rampa di scale notevole (quella nella foto e' solo una parte), che in discesa e' una passeggiata, in salita e' da fiatone.
Riprendiamo il nostro camion, che grazie al riscaldamento supplementare, in un attimo e' a temperatura umana. Da qui il viaggio riprende, per le prossime 4 ore di guida.
Mentre scendiamo a Roma, percorrendo il tratto da Arezzo a Orte, sulle colline ci sono delle pittoresche visioni di paesini illuminati. Tento di fare qualche foto, ma la notte ed il movimento rendono questa impresa vana. La foto e' il meglio che sono riuscito a fare.
Il carico al CNR
Arrivati al CNR, alle 7 in punto, dobbiamo aspettare un po' prima che ci autorizzino ad entrare e trovino la persona che sa dove sono le macchine. Dopo una ventina di minuti possiamo parcheggiare il camion e visionare i locali.
Il materiale e' moltissimo, e disposto in modo tutt'altro che comodo, cose grandi mischiate con cose piccole. Per noi e' indispensabile iniziare a caricare le macchine piu' grandi, cosi' dobbiamo aprirci un varco spostando il resto.
Abbiamo anche 94 plafoniere da caricare, provenienti dallo IAC, che saranno preziosissime per l'esposizione al piano superiore del Museo. Di queste plafoniere facciamo due pallet, belli compatti, che una volta filmati possiamo trasportare piu' o meno agevolmente all'esterno e quindi caricare sul camion con la sponda idraulica.
Iniziamo il carico, con i telai di vax e pdp11, che sono totalmente smontati, quindi relativamente leggeri.
Poi si passa alle unita' disco e nastro, i classici RM03 e TU81
Ormai sono le 13, quando il carico e' terminato, e posiamo per la tradizionale foto ricordo.
Siamo un po' in zona industriale, quindi riusciamo a mangiare un panino, in una vicina tavola calda, e poi torniamo al camion, per cercare di dormire fino alle 16, l'orario a cui e' consentito partire, dopo le 9 ore di sosta obbligatoria.
Tornando a casa
Partiamo alle 16:20, nemmeno un minuto in piu' dell'orario minimo consentito. All'inizio il viaggio e' tranquillo, anche se c'e' traffico, e l'autostrada e' ridicolamente a 2 corsie, ma arrivati a Firenze inizia il disastro: coda a tratti per decine di km. Sempre cosi' in quel tratto.
Arriva ora di cena e della sosta obbligatoria, cosi' ci fermiamo in una trattoria suggerita da un amico di Luca, appena fuori il casello di Barberino del Mugello.
Il locale e' pieno, veramente molto pieno per essere lunedi' sera. Una renna troneggia sulla parete, facendo capire che non e' posto per vegetariani :)
Primo piatto pappardelle al ragu' di cinghiale, abbondanti e sublimi. Come secondo un capolavoro di fiorentina, cotta sulla brace, al punto giusto. Peccato aver scelto la 300gr e non la 500.
Conto proporzionato alla qualita' del locale e sopratutto della carne.
Si riparte, ed inizia la parte piu' pesante del viaggio, quella in cui si fa sentire la stanchezza del viaggio, la mancanza di sonno da piu' di 24 ore, la fatica di aver caricato 3 tonnellate di macchine e ... la digestione.
Arriveremo alle 3 di notte a Camburzano, ed io alle 4 e mezza saro' nel letto, per due ore scarse di sonno, visto che alle 7 mi devo alzare per le operazioni di scarico.
Lo scarico al Museo
Il giorno successivo, alle 9 ci troviamo al Museo per scaricare, io , Gianluca Lupis, e Giuliano Mingarelli, che e' venuto appositamente per aiutare le operazioni di scarico. Io ho dormito due ore, Luca quattro, non avendo un'ora di strada rispetto a casa. Se non ci fosse stata una temperatura da rischio assideramento, avrei dormito al Museo.
Prima scarichiamo le plafoniere al piano rialzato, e qui ci agevola molto le cose la ribalta presente all'ingresso del museo. Scarichiamo anche quel poco materiale caricato davanti ai pallet delle plafoniere, che disturba le operazioni di scarico. Sono cinque monitor di grande formato, una stampante inkjet A1, ed un plotter A0.
Poi il camion fa il giro ed entra dal retro del museo, direttamente nel piano seminterrato. Qui scarichiamo la maggior parte delle macchine
Le operazioni di scarico non sono particolarmente faticose, ma sono delicate perche' bisogna cercare di non danneggiare nulla. Ci sono tante parti che sono state smontate dai precedenti trasporti, e non sono per niente imballate, quindi estremamente soggette a danneggiamento in caso di urto o maneggiamento indelicato.
Ecco il camion completamente vuoto. E' bastato proprio appena per questo carico, non c'era molto spazio ancora libero. In totale abbiamo caricato piu' di 3 tonnellate di macchine, tutte di livello altissimo.
 Alcuni tra i pezzi piu' significativi salvati durante questa missione :
Mini computer Digital PDP11/34
Mini computer Digital VAX 11/750
Mini computer Digital VAX 11/780
Mini computer Digital VAX 6310
Mainframe IBM 9370
Calcolatore analogico EAI 580
Diverse unita' disco e nastro Digital
Molti tavolini originali Digital per terminali VT 100
Molte periferiche tra stampanti, terminali, monitor
    Tutte le foto scattate
Alla fine della lavorata, la meritata ricompensa. Telefoniamo alla trattoria del peso, e per l'ennesima volta veniamo rifiutati: sono pieni, e poi, sottolineano, c'e' il menu' della sera. Cosi' andiamo al panda wok, dove possiamo fare una bella mangiata restando nei limiti di un prezzo contenuto.
Ringraziamenti e considerazioni
  Ringrazio tutte le persone del CNR che hanno fatto si che queste macchine fossero salvate e non distrutte, in particolare Andrea Celli, che ha dovuto dedicare molto tempo per star dietro a questa vicenda, ed e' stato anche parte attiva delle operazioni di carico, assieme alla moglie Antonietta.
Grazie al nostro collaboratore, Giuliano Mingarelli, che e' venuto al Museo appositamente per aiutare nelle operazioni di scarico.
Grazie al trasportatore, Gianluca Lupis, che oltre ad effettuare il trasporto, ci aiuta sempre nelle operazioni di carico e scarico ... anche se mi ha fatto prender qualche spavento.

Una missione di salvataggio come questa, e' di un'importanza estrema, di una difficolta' oltre molti limiti immaginabili,, ma di fatto, per assurdo, e' in mano ad una singola persona, con qualche aiuto, ma di fatto sobbarcata per la totalita' dal sottoscritto. Oltre a quello che si vede, c'e' un lavoro enorme di preparazione, organizzazione, logistica, relazioni che viene totalmente ignorato e non riconosciuto. Senza parlare del lavoro che seguira', di catalogazione, di pulitura, di rimontaggio, di restauro e finalmente di rimessa in funzione.
Bilancio
  Resoconto spese di questo recupero
Data Descrizione Importo
05/01/2015  Trasporto da Roma a Camburzano, andata e ritorno 1708,00
     
05/01/2015 Cena trattoria "La cavallina" per due persone 36,00
     
06/01/2015 Pranzo ristorante "Il Panda wok" per due persone 38,30
     
     
  Totale 1782,30
Se volete aiutarci in queste imprese, potete contribuire alle spese che sosteniamo con una donazione al museo, anche piccola.
  Questo e' un MUSEO : il materiale visibile nelle foto o elencato in queste pagine NON e' in vendita. Se avete necessita' di qualche macchina o qualche parte, tutto quello che possiamo fare e' aiutarvi a riparare la vostra oppure a trovarne una funzionante.  
 
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