Angolo Angolo
 Tour Friuli Veneto 2020 
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I preparativi
  Da piu' di una settimana stavo organizzando questo giro di salvataggi per mezzo Friuli e basso veneto. Organizzare un giro per due regioni, per raccogliere 12 donazioni, di cui due costituite da macchine oltre i 200kg, ed altre tre da numerosi pezzi, non e' una cosa proprio banale. Ma non lo e' nemmeno organizzare un singolo salvataggio, ci vuole tempo, molto tempo, ed e' una cosa purtroppo che sfugge alla maggior parte delle persone, che vedono solo il risultato, non rendendosi conto minimamente della mole di lavoro che c'e' dietro.
Per questa missione ho scelto di noleggiare il furgone da Muscato per una serie di motivi :
- hanno disponibile il tipo di furgone che serviva per questa missione, un ducato a tetto alto da 16 quintali di portata, e lo hanno disponibile nelle date richieste
- il costo e' piu' basso del concorrente Europcar, ormai unica alternativa nel biellese.
- mi hanno lasciato prendere il furgone il giorno prima, alla chiusura, e questo permette di partire al mattino presto. Questa e' una cosa fondamentale, paragonabile quasi ad un giorno di noleggio in piu' gratis. Con maggiore lo facevo sempre, con Europcar, nonostante gli ho noleggiato gia' diversi mezzi, sono estremamente rigorosi sull'orario di presa e riconsegna, cosi' da rendere difficile spesso trovare una soluzione ottimale.
- i mezzi sono sempre nuovi e puliti, in questo caso il furgone aveva 10.000km solamente.
- hanno una possibilita' interessante di lasciare invece della garanzia su carta di credito, una vettura come garanzia.
Eccomi pronto con il furgone in mano. L'ora e' indietro di un'ora, praticamente sono le 19 quando esco con il furgone dall'autonoleggio.
Il pieno non e' perfetto, segno che il precedente utilizzatore non ha rispettato la regola di riconsegnarlo pieno, e segno anche che i controlli non sono cosi' accurati.
Nei giorni precedenti ha sempre piovuto, per cui ci ritroviamo con 21 gradi a meta' giugno.
Ecco il furgone parcheggiato nel capiente cortile interno del Museo, pronto per essere caricato con tutta l'attrezzatura necessaria per i salvataggi, che ormai e' diventata abbastanza consistente (assi per la rampa di carico, carrellino, scatoloni, cartoni di protezione, blocchi di polisterolo e gommapiuma, cinghie, legno per leva, nastro adesivo, guanti)
Via, si parte
Sveglia alle 4 di mattina. Per poter partire alle 5, ora che mi sono prefissato, e' necessario che mi alzi alle 4, in quanto tra farmi la barba, lavarmi, vestirmi, far colazione, dare da mangiare ai gatti, un'ora passa in fretta. Non sono piu' veloce come 20 anni fa, quando riuscivo in mezzora ad essere operativo.
Quando esco con il furgone dal cortile del Museo, mancano dieci minuti alle 5, giusto il tempo per prendere un caffe' al bar.
Il bar Esedra, del nostro amico Enzo, ha il miglior caffe' di tutta la zona. Lo tosta appositamente lui , facendolo arrivare da non so dove. Posso parcheggiare il furgone nel parcheggio dell'adiacente supermercato Conad, che ovviamente alle 5 di mattina e' deserto. Un ottimo caffe', qualche chiacchera e poi son pronto per farmi qualche centinaio di km.
La foto ovviamente e' di repertorio, alle 5 di mattina e' ancora buio.
Rispettando perfettamente il programma, alle 5 parto da Camburzano alla volta di Bagnarola di Sesto sul Reghena, che sara' la prima tappa del giro di salvataggi. Ho di fronte almeno 4 ore e mezza di viaggio.
Fortunatamente a quest'ora ci sono in giro veramente poche persone, per cui la guida e' scorrevole. Anche arrivato a Milano, passo senza problemi la tangenziale, solo qualche rallentamento dovuto al traffico in aumento, ma mai code.
Alle 7 meno dieci la prima sosta, non tanto per riposarmi o per mangiare, ma per poter fare pipi', visto che e' ormai da 3 ore che son in giro, ed ultimamente sto bevendo molto, senza contare che la vescica non e' piu' quella dei 30 anni.
Il furgone parcheggiato all'autogrill, che ho trovato abbastanza pieno, non pensavo a quest'ora. Molte persone erano in coda per un caffe', distanziate di un metro...una coda lunghissima. Fortunatamente non dovevo fare colazione, ed anche se avessi avuto questa necessita', avrei desistito.
Alle 7 e cinque minuti riparto. Incredibile come voli il tempo, solamente per parcheggiare, scendere, entrare nell'autogrill, fare pipi', lavarsi le mani, uscire risalire sul furgone, e' partito un quarto d'ora. Di questo ne devo tenere conto nelle pianificazioni, dove in effetti avevo fatto l'errore di considerare il viaggio di 4 ore e mezza come tutto tirato.
Mentre esco dal parcheggio dell'autogrill, noto questo camion della Electrolux, mi balza all'occhio perche' negli ultimi tempi ho lavorato alla riparazione di alcune macchine da lavanderia di questa marca.
Alle 8 e mezza arriva il momento della seconda sosta, sempre per scaricare un po' di acqua e per mangiarmi due croissant che mi sono fortunatamente portato da casa. Dico fortunatamente perche' alla cassa dell'autogrill c'e' una coda chilometrica, ed anche solamente per mangiare una brioches e prendere un cappuccino, partono come minimo 20 minuti se non mezzora.
Alle 8:40 passate da poco riparto. Anche questa volta e' andato praticamente un quarto d'ora, per questa brevissima sosta di servizio senza nemmeno prendere nulla in autogrill, sfruttandolo solamente per i bisogni. Anzi, non e' nemmeno giusto dire sfruttare, visto che con tutti i soldi che gli ho regalato negli anni, per panini schifosi a prezzi d'oro ed altro, posso tranquillamente usare i loro cessi senza sentirmi uno sfruttarore.
Prima tappa : System 34 da Samuele Odorico a Bagnarola di Sesto sul Reghena
Arrivo a Bagnarola con 20 minuti di ritardo rispetto al mio programma, dopo aver comunque avvisato il donatore telefonicamente sull'orario di arrivo. Purtroppo sono state determinanti le due soste durante il viaggio, che colpevolmente non avevo conteggiato.
Il ritmo della giornata e' serratissimo, quindi non si puo' perdere tempo in convenevoli. Con qualche manovra del furgone, lo metto in posizione perfetta per appoggiare le assi di carico, che ormai mi accompagnano dal 1999, donate durante un salvataggio a Vicenza. Questa volta invece che caricare dal retro, dopo aver preso per bene le misure, sperimento una nuova tecnica di carico, dalla porta laterale, perfetta per un System 34 che e' largo poco meno del furgone.
Particolare del punto di collegamento tra assi e pianale del furgone, portato a livello con una assicella, parte della dotazione che mi sono portato dietro. La presenza del pianale di legno sul furgone rende molto agevoli le operazioni di movimentazione all'interno dello stesso, cosa che con i vecchi Ducato con il fondo il lamiera ondulata, era scomodissima.
Ecco il nostro bestione pronto per il carico, che saluta per l'ultima volta il garage dove e' stato per oltre 20 anni, custodito da Samuele Odorico, che lo ha salvato molti anni fa ed utilizzato per un breve periodo.
Ed ecco il System 34 caricato, senza grossi problemi, in 3 persone. Quando si hanno le attrezzature giuste a disposizione e si ha una certa esperienza nel carico di queste macchine, con il supporto di volontari con un po' di manualita', anche caricare 400kg di ferraccio IBM non costituisce un grosso problema.
Il nostro donatore, Samuele Odorico, saluta per l'ultima volta il computer che ha conservato per decenni.
La foto di rito con il sottoscritto, prima di caricare le ultime cose donate da Samuele, cioe' un terminale 5251 con due tastiere, di cui una verniciata di bianco per un'esposizione, ed un Risc 6000 IBM.
Quando mancano 10 minuti alle 11 parto alla volta di Pordenone, con una temperatura ideale per viaggiare, ma con un traffico sostenuto, in quanto ormai sono in un orario in cui c'e' molto movimento in giro. Infatti arrivando a Pordenone trovo moltro traffico appena entrato in citta'.
Seconda tappa: materiale IBM da Rinaldo Pecorari a Pordenone
Con 20 minuti di ritardo sulla tabella di marcia, arrivo a Pordenone. Ho recuperato un po' del ritardo accumulato durante il viaggio di andata grazie al fatto che il carico del System 34 e' stato molto veloce, tanto da farci guadagnare anche il tempo per un caffe' e 4 chiacchere.
Da Rinaldo carico diversi ricambi IBM, un terminale twinax, una stampante laser, un pc industriale IBM, decisamente poco comune.
Il magazzino IBM si trova in un garage interrato, con una rampa di accesso ripida, per cui portiamo il materiale a mano, con la fortuna di avere dietro il carrellino in alluminio compagno di tanti salvataggi e traslochi.
Nel giro di un'oretta, abbiamo caricato tutto e sono pronto per ripartire.
In aggiunta alla donazione di Rinaldo, un'altra donazione da parte della moglie Francesca, un notebook Compaq.
  Nella foto una parte del materiale donato da Rinaldo, che consiste in parecchie scatole piene di ricambi, oltre ad una stampante e ad un terminale. 
Alla mezza spaccata lascio il magazzino IBM di Pordenone e vado verso Travisio. Purtroppo uscendo da Pordenone mi incasino a causa dei lavori stradali presenti in zona e del TomTom che ovviamente non sa piu' che pesci pigliare. Amen, ho perso una decina di minuti girando nelle stesse viuzze, ma tanto ho una buona tabella di marcia a questo punto. Si puo' dire che ho fatto meta' delle cose difficili previste per questa giornata.
Terza tappa : NCR 8200 a Travesio da Igor Ret
Arrivo a Travesio molto tranquillamente , concedendomi anche per strada una piccola sosta per bisogni fisiologici.
Ad attendermi c'e' Massimiliano, il fidanzato di Antonella, che sono gli attuali proprietari della casa dove c'e' nel seminterrato il bellissimo sistema NCR. In pratica la casa e' stata venduta, ma grazie alla gentilezza dei nuovi proprietari, la macchina ci e' stata conservata fino al momento del salvataggio.
La macchina oggetto di questo salvataggio e' un sistema veramente bellissimo, un NCR 8200, un computer molto raro, specialmente in Italia.
Si trova al piano interrato, e' pesante, ed era in programma di smontarlo per alleggerirlo, ma una volta sul posto, il programma cambia.
Fortunatamente e' presente una rampa, che per il furgone sarebbe ripida e stretta, ma non per il rack NCR. All'inizio della rampa sistemo il furgone con le assi posizionate, poi leghiamo il rack con una corda e grazie all'aiuto del padre di Massimiliano, carichiamo veramente in un attimo il sistema sul furgone. Sara' piu' il tempo necessario per assestare il carico che quello impiegato per caricare il bestione. Anche la stampante relativa viene caricata in un attimo grazie al carrellino e sfruttando rampa ed assi, con una comodita' notevole.
Grazie a Massimiliano e a suo padre, entrambi gentilissimi, in poco tempo sono pronto a lasciare la loro villetta.
PS La cagnetta nella foto si chiama Luna.
Lascio la casa di Massimiliano ed Antonella, ma mi fermo poco distante al ristorante del vero donatore.
Igor ha un ristorante abbastanza famoso in zona, "Al Marescial", un locale tipico. Mi fermo a fare due chiacchere e riposarmi un attimo dopo la faticata del carico. Purtroppo non sappiamo tutta la storia della macchina NCR, perche' il padre di Igor e' mancato prima di poter scrivere il racconto della provenienza e di come veniva impiegato questo sistema.
Dopo essermi riposato , lascio Travesio alla volta di Gemona, ma punto su Spilimbergo per evitare che il TomTom mi faccia fare la strada piu' corta che e' praticamente di montagna e scomodissima, specie con un furgone.
In viaggio verso Gemona
Dopo aver lasciato Travesio, comincio a pensare a fare rifornimento, ma non e' che ci siano tantissimi distributori di carburante per strada ... alcuni poi sono decisamente cari.
Arrivo fino a Spilimbergo, dove ne trovo uno abbastanza conveniente, ed ormai comunque e' arrivato il momento di riempire il furgone.
Fortunatamente in questo periodo post covid il gasolio e' sceso un po', altrimenti il pieno del furgone sarebbe stato decisamente piu' caro. Faccio due chiacchere con il benzinaio sull'argomento ovviamente del momento, e mi dice che praticamente in Friuli nessuno porta piu' la mascherina e che da loro praticamente non ci sono piu' contagi e morti.
Riparto con il furgone completamente pieno, questo si che e' un vero pieno, al contrario di quello che ho trovato al momento della presa in carico del furgone dall'autonoleggio.
Finalmente arrivo al ponte sul fiume Tagliamento, per passare dal quale ho allungato di un po' il percorso. Ma ne e' valsa la pena, il traffico e' stato scorrevole e la guida piacevole, mentre non penso sarebbe stato lo stesso passando dal ponte piu' in alto, a cui si arriva tramite curve e tornanti su strade quasi di montagna.
Quarta tappa : un garage pieno da Dino Paschini a Gemona del Friuli
Arrivo a Gemona che sono ormai le 16:30, alla fine anche nella seconda parte di questa giornata, ho accumulato ritardi rispetto alla tabella di marcia; difficile pero' non fermarsi a fare due chiacchere con il donatore, dopo aver caricato e compilato i moduli .
Il sig. Dino ha un garage veramente pieno di computer, non tanto per dire. Molti sono suoi, molti provenienti dal lascito del sig. Ermes Taboga, che ha lasciato una notevole quantita' di macchine, molte storiche, al nostro Museo.
Non posso ovviamente caricare tutto, saranno necessari ulteriori giri , ma per adesso prendo le macchine piu' antiche e con piu' rilevanza storica.
Dopo il carico dal garage del sig. Dino, il furgone comincia ad essere abbastanza pieno, ma devo lasciare spazio per poter caricare le donazioni successive, che non sono enormi come questa ma comunque consistenti.
Sono ormai le 18 passate, anzi, quasi le 18:30 quando mi congedo dal sig. Dino con la promessa di rivederci ad un prossimo giro per caricare altro materiale.
Quinta tappa : ricambi Apple da Giacomo Vernoni a Pradamano
Arrivo da Giacomo quando ormai sono le 19. Purtroppo le operazioni di carico della tappa precedente sono state piuttosto lunghe, sia per la quantita' di materiale, sia per la necessita' di dover compattare il carico per fare in modo che fosse ottimizzato ma anche stabile.
Giacomo ha raccolto nel corso degli anni molto materiale Apple, tra cui tanti ricambi di stampanti che ora per motivi di spazio non puo' piu' tenere e cosi' ha pensato giustamente di darli al Museo.
Il garage dove si trova il materiale e' al piano interrato, ma la rampa e' abbastanza ripida, cosi' preferiamo fare un po' di viaggi con il carrellino piuttosto che rischiare. Nel giro di un'oretta tutto e' stato trasferito nel furgone, ed anche qui occorre compattare e stabilizzare il carico.
Una volta terminate le operazioni di fatica, visto che questa e' l'ultima tappa della giornata, accetto con piacere l'invito a cena di Giacomo e sua moglie Susy che e' anche l'occasione per fare 4 chiacchere e prendere un attimo il fiato, dopo le fatiche della giornata.
Purtroppo non posso fermarmi molto, visto che ho ancora un'oretta di strada per andare a Latisana, dove dormiro', per cui sono costretto a partire subito dopo cena, anche se mi avrebbe fatto piacere trattenermi.
In hotel
Arrivo in Hotel che sono passate da poco le 23. Proprio mentre sto parcheggiando, la gentilissima receptionist mi telefona per sapere se stavo arrivando. Poco dopo sono dentro e posso fare il check in.
L'hotel Bella Venezia a Latisana e' stata un'ottima scelta, in quanto di strada andando verso Padova, dove saro' domani, economico, e di ottimo livello.
Essendomi alzato alle 4 di mattino ed avendo guidato e caricato tutto il giorno, non c'e' cosa che desidero di piu' che una bella dormita. La camera e' ampia, pulita e comoda, ed il letto non poteva esser migliore.
Un'ulteriore caratteristica positiva di questo hotel e' che la colazione viene servita dalle 6:30, cosi' posso farla presto per guadagnare tempo sulla tabella di marcia.
E dopo un'ottima colazione, via
Saldo il conto dell'hotel, che e' piu' che onesto. Sara' da tener presente come punto di appoggio per altri giri in zona, anche se penso che durante l'estate sia pieno e non a questi prezzi
Alle 7 e mezza sono pronto sul furgone per partire, alla volta del padovano.
Prima tappa : alcuni Commodore da Massimiliano Sorgato a Saonara
Arrivo a Saonara alle 9 meno un quarto, un orario dopotutto decente, ed in anticipo sulla tabella di marcia.
L'autostrada e' stata facile da percorrere,ma poi negli ultimi km le strade sono quelle di paese, rallentando il percorso.
Visto che Massimiliano risiede in una via sterrata, onde evitare di far prendere colpi al carico del furgone, ci troviamo nel piazzale del ristorante Il cavallino, abbastanza famoso in questa zona per la carne di cavallo.
Carichiamo il materiale donato da Massimiliano facilmente, visto che si tratta di oggetti piccoli e leggeri.
Partenza alla volta della prossima tappa, dopo poco piu' di mezzora di sosta per il carico, la sistemazione del furgone, la compilazione del modulo di donazione e due chiacchere.
Seconda tappa : un computer Philips da Giancarlo Zattarin a Boara Pisano
Arrivo facilmente a Boara Pisano, dove si trova l'azienda Teleuro, ma nella zona industriale il TomTom mi porta in posti assurdi tentandomi di far passare attraverso muri o aziende. Devo telefonare al sig. Giancarlo per farmi guidare al punto corretto.
Purtroppo il tempo a disposizione e' limitato, perche' il sig. Giancarlo sta lavorando ed ha fatto un piccola interruzione per permettermi di caricare in un orario comodo per non stravolgere il giro.
Carichiamo il computer e la stampante, compiliamo il modulo e via verso la prossima tappa.
Durante la percorrenza dell'autostrada verso Padova, mi fermo per una sosta doverosa per fare pipi', visto che da stamattina alle 7 non avevo possibilita'.
Meno di 10 minuti di sosta e via, verso Padova centro. Fortunatamente non devo prendere niente, perche' le code alle casse sono interminabili ...non so cosa ha tutta sta gente da fermarsi all'autogrill. Stan spendendo i 600 euro o il bonus poverta' o altro ? Dovrebbero non esserci soldi ...
Terza tappa : molti computer da Alberto Cammozzo a Padova
Arrivo a Padova in perfetto orario, nonostante il notevole traffico incontrato entrando in citta', dovuto in parte anche a dei lavori lungo la mia tratta di percorrenza.
Da Alberto il materiale e' gia' pronto ed imballato, con tanto di lista.
Il tempo maggiore lo perdiamo per compattare sul furgone il tutto, cercando di stabilizzare il piu' possibile il carico.
Si aggiunge anche una piccola donazione da parte di un amico di Alberto, che dona un Macintosh
Purtroppo siamo entrambi di corsa, cosi' una volta terminato il carico, in meno di un'ora, ci salutiamo e riparto alla volta della prossima tappa.
Quarta tappa : Sun Enterprise 250 da Andrea Brugiolo a Camposampiero
Arrivo da Andrea a Camposampiero con mezzora di anticipo rispetto all'appuntamento delle 13. Ne aprofitto per riposarmi e rispondere ad un po' di messaggi e mail arrivati nella giornata di ieri. Purtroppo Andrea ha un contrattempo, ed arriva alle 13:20, cosi' il ritardo sulla tabella di marcia aumenta.
Carichiamo la Sun, che si trova in un garage interrato , grazie al carrell'ino d'ordinanza sempre con me, come sempre riassettiamo il carico, compiliamo il modulo di donazione e riparto, promettendoci di aver piu' tempo la prossima volta che passero' per Padova, visto che Andrea e' un vecchio amico.
Quinta tappa : computer Olivetti da Lorenzo Carlin a Vicenza
Arrivo con cospicuo ritardo sulla tabella di marcia a Vicenza, dove Lorenzo Carlin, nostro collaboratore mi aspetta nella sua ditta, dove ha il materiale donato da Andrea Virtute, che non poteva conferirlo ad un orario adatto, per cui ci ha pensato Lorenzo a fare da staffetta per fare in modo che la donazione fosse possibile.
Carichiamo il materiale, grazie ad un comodo carrello fornto da Lorenzo, e sistemiamo il furgone. Questa e' l'ultima tappa, per cui adesso non c'e' piu' da lasciare posto per niente. Ormai il furgone e' praticamente pieno fino al tetto e si riesce appena a chiudere la porta posteriore senza far cadere nulla. Fa un caldo tremendo, specialmente sotto il sole.
Carico rapido ed in mezzora esatta sono pronto per partire, dopo aver salutato Lorenzo, lasciandolo al suo lavoro.
Sosta poche centinaia di metri piu' avanti per fare rifornimento al furgone, che comincia ad essere necessitante di gasolio, per arrivare a casa. Quindi meglio farlo qui che in autostrada , dove i prezzi sono a dir poco folli.
Due chiacchere con il benzinaio sul clima e poi via.
Partenza con serbatoio pieno, alla volta di camburzano.
Arrivo al Museo, a Camburzano
Alle 18 passate da poco arrivo finalmente al Museo, dopo diverse ore di guida. Sono ad attendermi i nostri volontari Giorgio Dalla Rosa e Paolo Recla, che mi aiuteranno a scaricare.
Porto il furgone nel parcheggio posteriore del Museo, che da' accesso al piano seminterrato. Una volta questo parcheggio era aperto al pubblico, e ne usufruivano gratuitamente tutti gli abitanti di via Tabbia. Purtroppo siamo stati costretti a chiuderlo per i continui abbandoni di rifiuti, senza contare il non aver avuto mai un gesto di riconoscenza da parte di nessuno.
Le operazioni di scarico sono difficoltose per la grande quantita' di materiale, ma arriviamo in fondo a scaricare i due bestioni. Fortunatamente l'esperienza ormai maturata aiuta, ed in poco tempo sono a terra.
Il materiale e' veramente tanto, ed a parte i due grossi minicomputer da centinaia di chili, escono 4 pallet di materiale donato.
Le operazioni di scarico alla fine avranno una durata di quasi due ore, due ore di fatica e di corsa per finire prima possibile.
Fortunatamente il furgone posso riconsegnarlo la mattina successiva.
Il sistema NCR 8200 piazzato provvisoriamente nella zona macchine particolari del Museo. Questo e' il salvataggio per il quale e' stato organizzato questo tour, che poi e' stato integrato con le altre tappe.
Ringraziamenti
  Come prima cosa devo ringraziare i sostenitori che partecipando alla raccolta fondi fatta a dicembre in occasione del mio compleanno, hanno reso possibile questo giro di salvataggi. In ordine sparso :
Massimo Bacilieri, Davide Amiotti, Marco Bragotto, Antonio Priarone, Andrea Virtute, Daniele Micheli, Andrea Galasso, Gabriele Zecchi, Bernardo Rossi, Elisa Micheli, Francesco Pasqualetti, Stefano Calza, Andrea Longhi, Annibale Gallico, Simone Di Giorgio, Federico Barazzotto, Guido Fregonara, Tonino Giagnacovo, Silvio Nisi, Paolo Gaggini, Paola Tigrino, Fabrizio Oldrini, Emilio Martino Zambon, Dante Franceschetti, Maurizio Morandi, Roberto Bazzano, Claudio Muzzini, Massimo Lumachini, Silvana Mazzia, Gabriele Ricchezza.

Ringrazio poi tutti i donatori, 12 in tutto, che hanno conferito il loro materiale durante questo largo tour per Friuli e Veneto, in particolare quelli che hanno dovuto adattarsi agli orari del giro.

Grazie anche ai miei collaboratori Giorgio Dalla Rosa e Paolo Recla, che mi hanno atteso all'arrivo per scaricare tutto quanto raccolto in questi due giorni.
Bilancio
  Resoconto spese di questo recupero
Data Descrizione Importo
10/06/2020 Noleggio furgone Muscato 269,60
11/06/2020 Bar Esedra 1,00
11/06/2020 Autostrada Carisio - Milano Ghisolfa 10,10
11/06/2020 Autostrada Milano Est - Portogruaro 26,50
11/06/2020 Gasolio Spilimbergo 80,00
11/06/2020 Autostrada Gemona - Udine Sud 2,90
11/06/2020 Autostrada Udine Sud - Latisana 3,60
12/06/2020 Hotel Bella Venezia 36,45
12/06/2020 Autostrada Latisana - Padova Industriale 10,20
12/06/2020 Autostrada Padova Industriale - Boara Nord 2,80
12/06/2020 Autostrada Boara Nord - Padova sud 2,30
12/06/2020 Autostrada Padova Est - Vicenza Ovest 2,80
12/06/2020 Gasolio Vicenza 62,00
12/06/2020 Autostrada Vicenza Ovest - Milano Est 14,60
12/06/2020 Autostrada Milano Ghisolfa - Carisio 10,10
13/06/2020 Gasolio Ipercoop Biella 40,00
13/06/2020 Bar Esedra 1,00
  Totale 575,95
Se volete aiutarci in queste imprese, potete contribuire alle spese che sosteniamo con una donazione al museo, anche piccola.
Qualche riflessione 
  Se vi siete letti tutto il racconto, e siete arrivati fino a qui, adesso dovete sorbirvi qualche parola piu' filosofeggiante.
Parliamo dell'aspetto economico: questa volta la missione di salvataggio e' stata finanziata da una raccolta fondi. A volte e' capitato che il donatore, azienda, paghi il viaggio, tanto risparmia rispetto allo smaltimento. Ma questi casi si contano sulle dita di una mano, si , una mano sola in tutti gli anni di esercizio del Museo, che ormai sono piu' di 30. Le altre volte, TUTTE le altre volte, il costo del salvataggio lo ha tirato fuori il sottoscritto dal proprio portafogli, non da conti immaginari che si riempiono magicamente di notte. E son sempre centinaia di euro, tra gasolio ed autostrada, a volte noleggi furgoni, a volte dormire fuori. Ora, ovvio che non si puo' andare avanti cosi' per tanto, io ho retto fin troppo , riducendomi praticamente in miseria...ma la cosa piu' triste e' che nessuno si renda conto di questo. Nemmeno tra i collaboratori, un grazie, un bravo ...come se lo facessi per me stesso, quando anche l'ultimo degli imbecilli sa che il Museo e' una Fondazione, nella quale io sono solo una carica, e non necessariamente per un tempo lunghissimo. 
Parliamo di disponibilita' ...mi son fatto 1200km in 2 giorni, dormendo 9 ore su 48, caricando e scaricando ... da solo: nessuno e' venuto assieme a me, ma ormai ci sono abituato. Difficile che qualcuno si faccia avanti, anzi, diciamo pure impossibile; nella migliore delle ipotesi devo pregare ed adeguarmi sempre alle condizioni imposte, come orari, disponibilita', fisme e paranoie. Non avete possibilita' di partecipare fisicamente ? Buttateci dentro 10 cazzo di euro magari, non limitatevi a dire bravi (?) e a mettere mi piace su Facebook.
La parte che e' visibile a tutti e' questa, il salvataggio, si prende su , si parte, si va, si carica, si torna. Ma avete minimamente idea di che mole di lavoro ci sia per organizzare un giro come questo, con 10 tappe e 12 donazioni per due regioni ? Sapete che ci vuole almeno una settimana di lavoro solo di contatti ed organizzazione ? E dopo il salvataggio ? tutto finito ? Manco per niente: c'e' da smistare le donazioni, pallettizzarle, poi oggetto per oggetto catalogare, verificarne lo stato, magari documentarsi, fare il servizio fotografico, inserire tutti i dati in archivio. Tutte cose che non si vedono, ma si potrebbero immaginare, facendo un po' di sforzo ad andare oltre le apparenze.
Ad oggi abbiamo in lista di attesa 192 donazioni. Si proprio centonovantadue: ovviamente si va da uno zx spectrum fino ad un mainframe, come si va da Trento fino a Cosenza, e tutte queste donazioni devono essere salvate, prima o poi. Non sempre i donatori possono aspettare i nostri comodi, qualche volta si stufano, nella migliore delle ipotesi danno ad altri, nella peggiore smaltiscono. Alla gia' precaria situazione, abbiamo aggiunto 3 mesi di fermo a causa del covid, che ovviamente nessuno si apettava, ma non e' che cambia cosi' tanto ...non ci sono risorse sia economiche che umane per star dietro a questo fiume di materiale in arrivo al Museo.
  Questo e' un MUSEO : il materiale visibile nelle foto o elencato in queste pagine NON e' in vendita. Se avete necessita' di qualche macchina o qualche parte, tutto quello che possiamo fare e' aiutarvi a riparare la vostra oppure a trovarne una funzionante.  
 
Dona al museo
 
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