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 La radio sotto la neve - 2ª edizione 
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Castagnole Monferrato

CASTAGNOLE MONFERRATO

Paese del Monferrato situato a 232 metri di altezza sul livello del mare, in provincia di Asti, si sviluppa su di una superficie di 1750 ettari ed ha una popolazione di circa 1200 abitanti.
L’ abitato si allinea su di un lieve crinale , alla destra del rio Gaminella, che confluisce nel Tanaro nei pressi di Quattordio
- Storia -
Già duemila anni fa la via Fulvia, che da Piacenza portava a Torino, si biforcava per arrampicarsi sui colli monferrini. Si tratta dello stesso percorso odierno che attraverso Valenzani, sale a Castagnole e penetra nel cuore del Monferrato.
Valenzani deriva dal nome personale del romano Valentius, donde il fundus Valentianus, cioè il podere del romano.
La strada accostava altri centri romani sorti nell'area dell'attuale Castagnole: cioè Robiano, Morano, Marzano, derivati rispettivamente dai personali latini Rubius, Maurius, Martius da cui i vici ed i poderi di Rubiano, Morano, Marzano. Si trova anche a Montemagno la presenza di Rubiano, i cui abitanti, in età barbarica cercarono scampo sui colli della regione, cioè Castagnole e Montemagno.
Questo si verificava nel V-VI secolo d.C quando i Longobardi occuparono la zona in esame, incastellandosi a Scurzolengo, chiaro indice dell'insediamento del germanico Schurzo con la desinenza classica in "-engo". Un ulteriore toponimo romano ci porge il catasto locale, camuffato nella voce Serradezeno cioè Serra Andezeno, simile all' omonimo di Chieri: entrambi derivati dal personale latino Andicus con la variante Andecenus.
Tardo romano, con influsso forse germanico, appare il toponimo Ursone, fluito dal personale Ursus, volto però nella forma del genitivo Ursio -onis: ulteriore insediamento in età tardo romana o alto medioevale.
Il catasto locale del 1535 registra successive attestazioni della latinità con i toponimi ad stratam, ad cavam, testimoni certi della presenza della strada romana già menzionata, perché è noto che tali relitti lessicali dei catasti non solo monferrini, alludono esplicitamente alle strade romane, chiamate cave e crose ossia sprofondate, infossate, come ampiamente documentò in merito Gian Domenico Serra.
L'area comunale, quindi, dell' odierno Castagnole appare abitata dagli insediamenti dei romani Valentius, Maurius, Rubius, Martius, Andicus, Ursio ed attraversata dalla strada che da Quartum Lapidem saliva all' attuale territorio di Montemagno per piegare verso Grana e Calliano.
Il crollo della civiltà di Roma, provocò una catastrofe raramente immaginabile al punto che le popolazioni imbarbarite sotto invasione germanica si rifugiarono sui colli e nelle foreste creando nuovi insediamenti, spesso traenti nome dalle particolarità della nuova area, in questo caso dalla selva di castagni dove edificarono il nuovo insediamento: Castagnole.
Tracce toponimiche della presenza del VI - VII secolo d. C. ce le porgono i già menzionati catasti comunali. Compaiono a Castagnole i toponimi Brunengho, Visone, Germano che attestano la presenza dei nuovi conquistatori. Bruno, con la desinenza in -engo caratteristica dei Longobardi, Widisio, il cui genitivo Widisionis dette nome alla valle omonima e Germano, il nome etnico appunto dei Germani. Il prato Ghiraldo propone il personale tedesco formato da gaira, lancia e da hardhu forte, ossia/arte) valoroso con la lancia.
Superato il dominio Longobardo e Franco, le nuove incursioni dei Saraceni provocarono ulteriori allarmi con i successivi incastellamenti dei quali troviamo traccia nei toponimi podium Castrovelle ossia sul poggio di Castelvecchio, con il Ricetto ed il castrum vicinale: il castello dei vicim; di coloro, cioè, che componevano il proprio nucleo del centro medioevale, al quale si affiancò il Burgum novum.
Castagnole entra nella storia medioevale e nelle rivalità tra Monferrato ed Asti. Da un lato il Marchesato Aleramico inglobava i colli a ridosso della pianura astigiana, riconosciuti appartenenti a Guglielmo IV di Monferrato dall'Imperatore Federico I il 13 ottobre 1164. Dall' altro lato, il Comune di Asti tentava di assoggettare anche Castagnole, dove i Signori feudali si schieravano con i Marchesi.
In alcuni trattati, che in ordine di tempo vennero poi stipulati tra Asti e i Marchesi di Monferrato, costoro dettero garanzia che da Castagnole non sarebbe venuto danno alcuno al Comune astese, che si riservò il diritto di porre in tale località uno o più castellani di sua scelta e di provata fedeltà.
La situazione si capovolse quando Guglielmo VII il Grande fu fatto prigioniero degli Alessandrini. A causa della minore età del figlio Giovanni I, Asti tolse il feudo ai Marchesi monferrini e costrinse i Signori del luogo a fare atto di sudditanza.
Il 15 giugno 1292, infatti, Emanuele di Castagnole e i suoi consorti in feudo, con altri possessori di giurisdizione feudale, donarono il castello ed il villaggio ad Asti, insieme con i loro uomini che vi abitavano, prestando giuramento di fedeltà al Comune astese, ricevendone quindi l'investitura. Il trattato di pace seguito nello stesso mese tra Asti e Monferrato, riconfermò il dominio su Castagnole al Comune. Ma dopo qualche anno il villaggio ritornò sotto la giurisdizione monferrina.
Dei signori locali, i di Castagnole, merita d'essere ricordato Bertino, uno dei principali vassalli monferrini che, morto l'ultimo degli Aleramici, il marchese Giovanni I, assisté al parlamento tenutosi in Trino, nel 1305, nel quale si decise d'inviare ambasciatori all' erede Violante, sorella del defunto, sposa di Andronico Paleologo Imperatore Romano d'Oriente a Costantinopoli.
Nel 1306 il paese con altre località fu dato in pegno a Carlo di Provenza dal marchese di Saluzzo, che aveva con lui stretto lega, perché si rifiutava di accettare il riconoscimento di Teodoro I Paleologo, figlio secondogenito di Andronico e di Violante, ad unico Signore di Monferrato.
Nel 1309, i rappresentanti di Castagnole presero parte a un Parlamento in Chivasso e figurano presenti anche nei successivi: Castagnole risulta quindi ormai parte integrante dello Stato monferrino e ne segue la sorte.
I Paleologo di Monferrato ebbero molteplici conferme del loro dominio sul villaggio, tra le quali il diploma dell'imperatore Carlo IV nel 1355 e quello di Massimiliano I, nel 1494.
Nel 1391 il castello ed il paese ospitarono le truppe di Facino Cane, il temibile condottiero di ventura, in quegli anni alle dipendenze del marchese Teodoro II.
Il castello
Ancora oggi è possibile seguire lo snodarsi della cinta muraria, in alcuni punti tuttora solida nella propria arcaica struttura, altrove bisognosa di restauri.
Dell' antica fortezza di frontiera rimangono alcuni avanzi con arcate trecentesche in cotto e tufo, con massicci muri maestri.
Una torretta incorporata in abitazione privata, un muro, un frammento di baluardo testimoniano quanto il tempo e gli uomini hanno purtroppo cancellato o alterato dell'antico edificio.
Il fianco rivolto a sud, osserva il Vergano, risulta il più interessante, costruito in mattoni a vista, su ripida scarpata e con due eleganti finestre ogivali con fascia bicolore in cotto e tufi alternati, risalenti al Trecento. Sotto di esse s'aprono due finestre di stile rinascimentale di linea pura e di sobria ornamentazione di pietra.
Anche la fiancata est conserva finestre e portali gotici.
Nel castello fu costruita la chiesa detta appunto di Santa Maria in castro che funzionò, in certi periodi di emergenza, anche da parrocchia.
Francesco Marengo

INDIRIZZI UTILI
RISTORANTE AL RUCHE' VIA XX SETTEMBRE 17 CASTAGNOLE MONFERRATO 0141 292242
RISTORANTE DA GEPPE VIA UMBERTO I ,8 CASTAGNOLE MONFERRATO 0141 292113

Immagini più rappresentative di Castagnole Monferrato


Il panorama, arrivando da Montemagno


La Parrocchia di San Martino, terremotata nel 2000


Interno della tenuta "La Mercantile"
La Mercantile è un palazzo patronale del tardo settecentesco a tre piani fuori terra.
L'edificio era il centro nevralgico di una grande proprietà terriera dei Conti Rogeri di Villanova


Nelle cantine della Mercantile : il torchio


La meridiana, realizzata con la partecipazione di Palermini,
ristoratore a Montemagno

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