Alle 15
22/01/2004 Il recupero
Alle 15:30 circa ricevo un messaggio via ICQ che mi dice che qualcuno ha
appena scritto su un newsgroup che al politecnico di Torino stanno per rottamare
un HP1000 : il tempo di stampare le mappe della zona, mediante libero mappe e
via, scendo, prendo l'auto e corro verso il casello dell'autostrada. Purtroppo
il traffico non e' dei piu' fluidi, e ci metto un discreto tempo. Sulla A4
inutile ricordare che i lavori dell'alta velocita' la trasformano in mulattiera;
arrivo rapidamente a torino, ma poi mi aspetta il traffico di tutto il Giulio
cesare, anche questo lento a causa restringimenti dei residui dei lavori della
metropolitana. Arrivo finalmente al Politecnico, cerco di portarmi sull'ingresso
posteriore, in Corso Castelfidardo, ma anche qui i lavori di costruzione di una
nuova area mi rendono difficoltosa l'impresa. Parcheggio in una strada laterale
al politecnico, Corso Rodolfo Montevecchio, quindi entro nel cortile del
politecnico e comincio a girare. Purtroppo delle macchine nessuna traccia, giro
e rigiro, tra l'altro con un freddo bestiale. Chiedo ad un ragazzo del
dipartimento di elettronica industriale informazioni, ma nonostante la sua
gentilezza, non si riesce a venir a capo di dove si trova questo materiale.
Continuo a girovagare dal lato del politecnico di Corso Castelfidardo, ma non
trovo niente. Incontro una dolcissima ragazza, purtroppo fumatrice, alla
quale chiedo informazioni, ma anche lei non sa dirmi molto, mi consiglia solo
l'ingresso del politecnico. Ritorno indietro al punto di partenza, provo ad
entrare passando dai sotterranei, ma niente, non trovo niente. Faccio un ultimo
tentativo, vado di nuovo avanti verso Corso Einaudi, passo la piazzetta intorno
al politecnico, arrivo finalmente in un cortile dove da distante vedo del
materiale .... in quell'istante riesco a telefonare a Leonardo Cerliani, che
cercavo da un'ora al cellulare, e nello istante in cui risponde, vedo il rack
con quello che doveva essere l'HP1000, in realta' si tratta solo di unita'
nastro e disco, in un rack con la scritta HP1000, come tutti quelli dell'epoca.
Ma comunque e' materiale di un'importanza storica a dir poco eccezionale, che
comincio a realizzare di poter salvare. Il rack e' pesantissimo, fortunatamente
su ruote. Mi accordo con Leonardo, che si mette in marcia da Nichelino per
raggiungermi rapidamente; mentre lo aspetto comincio a perlustrare il mucchio, e
vedo cose interessantissime, come terminali Digital, monitor HP, una tavoletta
grafica A0 della Calcomp, oltre a molta manualistica. Comincio a caricare le
cose piu' piccole, come tastiere e manuali, preparo fuori dal mucchio i
terminali .... intanto arriva sul posto Leonardo, che grazie a questa potente
invenzione dei cellulari, guido nel cortile, di non facile individuazione, visto
che per entrare occorre girare contromano in Corso Castelfidardo.
Prepariamo il rack HP per il carico, arretrando le zampe anteriori che
fuoriescono quando occorre estrarre i cassetti; sfido chiunque che non sa come
funziona questo sistema a riuscire a farlo, senza spaccare niente. Tentiamo un
primo caricamento dal lato piu' corto del rack, con l'idea di lasciare piu'
spazio per il resto del materiale, ma purtroppo non c'e' abbastanza altezza
nella parte finale della mia auto, a causa del lunotto inclinato; la prossima
volta che cambio auto prendo una Volvo !!! Carichiamo allora il rack per il lato
piu' largo, quello della profondita' in pratica riuscendo nell'impresa con non
poche difficolta', vuoi per il peso, vuoi per i cavi che fuoriuscivano, vuoi per
il freddo. Adagiamo la parte superiore del rack sul pianale della mia auto, dopo
aver disposto un bel cartone spesso, per non rovinare le parti di appoggio, poi
solleviamo la parte bassa, pesantissima, e facciamo scorre il rack all'interno
del baule. Sono costretto ad avanzare i sedili, per consentire una sistemazione
appropriata del rack, al punto che lo spazio di guida si riduce parecchio, e per
un uno alto piu' di 1.80 come me e sopratutto grasso come me, la guida diventa
difficoltosa, me ne accorgero' poi quando scendero' dalla macchina con il mal di
schiena :) Caricato il pezzo grosso, si passa agli altri pezzi, terminali ,
monitor, accessori vari, addirittura un bellissimo videoregistratore Video 2000,
di almeno 20 anni fa. Trovo in mezzo alla rumenta anche dei connettori come
nuovi, cavi, spinotti vari, prese per energia elettrica. Purtroppo l'unica cosa
che non riusciamo a caricare e' il Digitizer in formato A0 della Calcomp, del
quale trovo il Puch nel mucchio: se qualcuno lo recuperassi, mi contatti e
glielo spedisco piu' che volentieri ! Carico in modo incredibile, esco
finalmente dal cortiletto retrostante il politecnico e dopo aver salutato
Leonardo, riprendo la via di casa. Non posso che ringraziare di cuore la persona
che ha segnalato questo recupero, dimostrando una volta tanto che non ci sono
solo i bastardi che se non possono portare via una macchina, piuttosto che
lasciarla a qualcun altro la lasciano sfasciare, ma ci sono persone anche con un
briciolo di buon senso, virtu' ormai rara ma esistente comunque. Se l'ignoto (a
me ) segnalatore vorra' contattarmi, gli faro' i miei ringraziamenti di persona.
Il ritorno e' tranquillo , seguo il consiglio di Leonardo di non tornare per il
Giulio Cesare ma di proseguire in Corso Duca degli Abruzzi, poi in corso unione
sovietica, quindi prendere la Tangenziale Sud a Stupinigi. In tangenziale il
traffico c'e', ma comunque fluido. Mi fermo a far benzina ad un Agip, dove
faccio un po' di chiacchere con il benzinaio, un ragazzo simpatico che una volta
tanto non sembra avere fretta come tutti i suoi colleghi, e mi racconta un po'
tutte le disavventure che gli capitano ogni giorno con le carte di credito ed i
bancomat. Riprendo il viaggio, percorro la tangenziale nord, dove cominciano i
lavori, che mi accompagneranno poi per tutta la A4, fino a Novara, un'indecenza
tutta italiana, se consideriamo poi che alla fine al casello si paga il pedaggio
regolarmente, come se si fosse viaggiato su di un'autostrada, invece si e'
percorsa una mulattiera con cantieri, restrioni e parecchi tratti ad una corsia
! Arrivato a Novara passo a prendermi una bella pizza pancetta e provola, una
birra Moretti e finalmente arrivo in ditta. Il tempo di cenare con questo povero
pasto, e sono qui a scrivere questo racconto. Domani arriva il bello, scaricare
il bestione: spero di trovare un amico che mi dia una mano. Un grazie enorme a
Leonardo , sempre disponibile per missioni di salvataggio estreme, che pochi
altri sono in grado di effettuare, un grazie a chi mi ha messaggiato su icq per
segnalarmi la cosa , un grazie a chi ha scritto il messaggio su un newsgroup
pubblico, rendendo possibile l'intera missione di salvataggio.
24/01/2004 Lo scarico
Oggi, a distanza di due giorni, non potendo piu' girare con la macchina carica
di materiale e con gli ammortizzatori quasi a finecorsa, sono stato costretto a
cimentarmi nell'impresa di scaricare il rack HP, purtroppo da solo, non avendo
trovato neanche un cane che mi potesse dare una mano; a dire il vero un cane
c'era, anzi, ce n'erano due, di cui quello bianco (per chi e' venuto qualche
volta al capannone) abbaiava in continuazione; spero lo facciano anche con i
ladri, che a quanto sembra cominciano a destare interesse per il mio piccolo
museo. Arrivato verso le 13:00 al capannone, incomincio a scaricare tutte le
cose che sono di piccole dimensioni, e conseguentemente di poco peso,
sistemandole come meglio posso, visto che il capannone e' ormai al collasso;
scarico il terminale Digital VT200, il terminale HP 700/98, una stampante Epson
LQ850, varie tastiere ed altri apparecchi dalla funzione non ancora chiara,
essendo vistosamente autocostruiti. Arriva quindi il momento di scaricare il
rack: posiziono la macchina con il portellone rivolto verso il capannone,
preparo lo spazio per lo scaricamento, spostando un po' di macchine in altre
parti del capannone, visto che ormai lo spazio e' finito, quindi occorre fare il
gioco del puzzle. Tento di smuovere il rack dal pianale della mia auto, ma anche
applicando tutte le mie forze non si sposta se non di pochi mm, non riuscendo a
superare anche il piccolo salto della plastica alla fine del piano di carico.
Provo a sollevarlo in diversi modi, a mano, facendo leva con una chiave di
quelle a tubo... il risultato e' che nella parte anteriore, quella meno pesante,
riesco a smuoverlo ed alzarlo di qualche cm, mentre nella parte posteriore,
pesante perche' ci sono montati il disco ed il controller, non riesco a
sollevarlo e quindi smuoverlo a mano nemmeno di un millimetro. Passo una buona
mezzora in tentativi, esperimenti, prova di tutte le idee che mi vengono in
mente, ricerca di attrezzi, ricerca di qualcuno che mi possa dare una mano nelle
vicinanze: niente; mi viene quasi da piangere, giro intorno alla macchina carica
del bestione sconsolato,in cerca di un'ispirazione. Ad un certo punto mi viene un'idea: ricordo che da qualche
parte devo avere una tavoletta di legno piuttosto robusta; vado a prenderla
immediatamente e provo ad utilizzarla come leva, usando come fulcro lo spigolo
della fine del pianale dell'auto, inizio del paraurti: miracolosamente il
bestione comincia a smuoversi, ma con una fatica incredibile. Se penso che la
leva cosi' ottenuta aveva un rapporto non minore di uno a otto, e che mi
applicavo con tutti i miei novanta chili di peso sulla leva, vi lascio
immaginare quanto possa pesare tutto il rack. Sollevarlo e' letteralmente
impossibile, infatti lo riesco a trascinare fino sul punto di equilibrio, anche
se questa operazione e' molto difficoltosa e pericolosa, perche' non appena il
baricentro del rack si presenta fuori dall'auto, questo comincia a pesare tra le
mie mani in modo incredibile, quindi rapidamente devo tirarlo fuori ancora quel
poco che basta per fare si che ribaltandosi non urti contro il tetto della
vettura ed il portellone aperto, quindi finalmente appoggio il rack per terra.
Alzarlo da inclinato e fargli assumere la posizione verticale diventa a questo
punto un gioco, visto che il peso maggiore e' tutto nella parte inferiore, ed
aiuta il raddrizzamento; blocco le ruote con una stagia di legno e quindi
procedo alla messa in verticale del rack. E' fatta. Sono dolorante, non vi dico
la schiena, ho alcuni graffi sulle mani, ma ormai e' fatta, anche questa e'
finita. Incredibile pensare a quanti chili pesa questo armadio, sicuramente piu'
di 300, ma presumibilmente anche oltre, visto che una persona lo smuove appena e
due sono in grado solo di muoverlo appoggiandolo, mai sollevandolo totalmente.
Mi intristisce il fatto di dover sempre trovarmi solo in queste occasioni,
quando si salva una macchina, quando si compie un'impresa, mentre basta
scambiare macchine o meglio venderle per essere attorniati di un sacco di
"amici".
Qui di seguito qualche foto scattata successivamente all'operazione di scarico,
mi spiace che nessuno abbia potuto documentare l'operazione di scarico, ai
limiti veramente delle possibilita' umane, o almeno, di un umano come me.
Il rack HP1000, con disco e controller
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Il terminale Digital VT220
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Il terminale HP
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Assieme alle macchine e' stata trovata molta documentazione. In particolare
ho scannerizzato i fogli che spiegavano come effettuare il boot dell'HP1000 e
come ripristinare i salvataggi. Click qui per le scansioni.
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