Angolo Angolo
 Attacco al World Trade Center 
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I preparativi
  Sapevo gia' che sarebbe stata un'impresa difficile, tutto era contro, il tempo a disposizione, il corto preavviso, il luogo scomodo ... pero' sapevo anche che alla fine ce l'avrei fatta, come sempre, assieme ai miei compagni d'avventura, Andrea ed Elia. per portare a termine recuperi come questi, non basta aver voglia di portarsi a casa qualcosa ... bisogna crederci, e crederci fino in fondo. 
Questa lunga giornata inizia all'alba, con la sveglia alle 7, per essere alle 8 pronto ad entrare alla Maggiore Autonoleggi non appena apre il cancello, per non perdere nemmeno un minuto. Espletate rapidamente le pratiche di noleggio, cosa rapida visto che siamo gia' clienti abituali da anni, esco con il mio ducato 15q fiammante e lo parcheggio a fianco della mia auto, nel vicino parcheggio. Posso cosi' effettuare il trasbordo degli scatoloni che avevo caricato al capannone e dei due carrellini, indispensabili per questo recupero. Carico anche la borsa con navigatore, macchina fotografica, tenditore per nastro adesivo e poi sono pronto, all'alba delle 8:20. Raggiungo Elia che mi aspetta davanti alla A2 Sistemi, stranamente puntuale :) prendiamo un paio di cose che avevo dimenticato la sera prima ed andiamo a riempire il furgone, che ci e' stato consegnato letteralmente asciutto. Il tempo di fare gasolio al distributore di fiducia ed alle 8:40 partiamo alla volta del casello autostradale di Novara Est, dove ci aspetta Andrea. Arriviamo con qualche minuto di anticipo, raccogliamo Andrea che e' puntuale e quindi imbocchiamo l'autostrada, alla volta di Genova.
Viaggio decisamente tranquillo, autostrada sgombra, se escludiamo qualche moviolone che ogni tanto troviamo piazzato in corsia centrale a velocita' ridicole e siamo costretti a superare, per evitare di schiacciare, con il nostro potente mezzo :) Avvicinandoci alla citta', il traffico diventa molto sostenuto, per divenire quasi congestionato all'ingresso in Genova. Questa volta proviamo a seguire la piantina che ci e' stata fornita, invece della voce sintetica di Chiara, e ci ritroviamo a sbagliare strada e a fare diversi km per riprendere la retta via; fortunatamente, nonostante tutto, arriviamo al World Trade Center in perfetto orario, alle 11 spaccate. Purtroppo Marco, il nostro contatto all'interno di HP, ha un contrattempo di lavoro, quindi viene trattenuto ancora per parecchio tempo, quindi nel frattempo facciamo un giro sotto i portici della zona e poi ci fermiamo a fare uno spuntino in una vicina panetteria, visto che ormai si e' fatto mezzogiorno.
Dopo aver passato in rassegna i pochi locali presenti in questo breve tratto di strada, decidiamo di entrare nella panetteria che emana un profumo decisamente invitante. Il locale e' abbastanza affollato, infatti siamo costretti a prendere il numero ed a metterci in coda. Un sistema abbastanza artigianale di conteggio dei numeri obbliga la fanciulla addetta all'operazione a premere il pulsante per un numero di volte pari a raggiungere da zero il numero 66, il primo scontrino utile per servire i clienti. Noi siamo il numero 76, cosi' nell'attesa, poca a dire la verita', vista la solerzia delle ragazze, possiamo tranquillamente scegliere cosa mangiare e lasciarci tentare da tutte le ghiottonerie esposte in vetrina. Arriva il nostro turno e cosi' ci facciamo preparare dalla bella Serena una focaccia crudo e formaggio, una con pomodoro e altre cose (Elia) ed una focaccia con verdure, oltre ad una bottiglia d'acqua minerale, che diverra' gazzosa magicamente, visto che Andrea estrae la bottiglia sbagliata dal frigo :) Ci accomodiamo su un bancone ridosso al muro, su comodi seggiolini, e consumiamo il nostro pasto, dal mio punto di vista piu' che soddisfacente, da quello di Andrea probabilmente sotto il minimo della decenza ... Elia non si pronuncia e mangia soddisfatto la sua focaccia ripiena, che io guardo con invidia, visto che di dimensioni decisamente superiori alla mia.
Terminato il frugale pasto, attendiamo l'arrivo di Marco sotto il portico del WTC, gironzolando qua e la' ma piu' o meno nelle vicinanze del nostro furgone, ed intavolando discussioni da temi profondi ad altri che lo sono meno, come il fondoschiena delle donne che hanno la sfortuna di passare nella zona, che vengono letteralmente scannerizzate, misurate, valutate e poi ricevono il severissimo giudizio di Andrea. Nessuna sfugge ai nostri occhi, anche perche' non e' che ci fossero tante altre cose da fare per ingannare il tempo, una volta soddisfatto il bisogno primario del cibo. La discussione si anima poi sulla questione delle taglie dei pantaloni da donna, una ragazza che sosta nei pressi della portineria ci osserva , quasi capisse che l'argomento di dialogo e' la taglia dei suoi pantaloni :) 
La missione
  Mentre stiamo aspettando, sotto il portico del WTC, vicino alla portineria, per cercare di ripararci dal vento, che sembra una costante di Genova, notiamo dei ragazzi che posizionano scatoloni dai marchi noti sul pavimento del portico. All'inizio non prestiamo tanta attenzione, ma al terzo giro ci rendiamo conto che il sospetto e' realta' : stanno svuotando il posto dove dobbiamo recuperare noi ! Allaccio immediatamente rapporti con i due extracomitari, che si dimostrano gentili e disponibili, e ci fanno salire assieme a loro, nei locali che sono gia' aperti e parzialmente smantellati. Fortunatamente il loro buonsenso ed il rapido intervento di Marco, il nostro contatto HP, fanno si che possiamo interrompere il massacro documentale ed iniziare le operazioni di grossolana selezione e di carico del materiale cartaceo. Fortunatamente almeno le macchine non le hanno toccate, loro sono incaricati solamente di portare via la carta. Portare a livello strada tutta la documentazione, non e' operazione per niente semplice, anzi, e' un vero e proprio percorso di guerra. Si inizia caricando i nostri carrellini di scatoloni pieni di materiale, sia cartaceo che hardware, poi bisogna fare lo slalom tra scatoloni ed altro che i ragazzi traslocatori hanno lasciato un po' ovunque, ed il pavimento di moquette non agevola certo la manovrabilita' del carrellino. Poi si esce, dalla porta non certo ampia, si percorre il corridoio dove ci sono gli ascensori principali, si entra in una ditta, attraversando una porta da cui si passa per misura, si supera una specie di tombino dove le ruote inciampano sempre, ancora moquette, quindi si arriva al montacarichi, lentissimo, si entra in questo e subito bisogna premere il blocco porte, altrimenti si rimane schiacciati dalla porta che si chiude 5 secondi dopo che si e' entrati. Poi si scende, ma arrivati al piano terra, la porta fa finta di aprirsi e l'ascensore si resetta, quindi si scende al piano interrato (-1) poi finalmente si puo' premere lo zero ed andare a livello strada. Qui si devono bloccare sempre le porte per non restare in mezzo, bisogna poi alzare il carrellino perche' il piano dell'ascensore non arriva esatto al piano strada ma qualche centimentro piu' basso, quindi si esce, si percorre un piccolo corridoio e si puo' uscire mediante una piccola rampa metallica sotto i portici. Qui si arriva al furgone, ma vicino al furgone ci sono delle griglie, per cui non si puo' arrivare col carrellino proprio sotto il furgone, e bisogna arrangiarsi a mano. Ecco uno dei numerosi viaggi che abbiamo effettuato, tutti in questo modo; non ricordo quanti ne abbiamo fatti, ma sicuramente siamo a livelli da esaurimento nervoso, oltre che fisico; verso la fine infatti, noto la disperazione e desolazione dei miei compagni e cerco di spronarli :)
Iniziamo le operazioni di carico con viaggi composti da un armadio rack ed un carrellino con scatoloni contenenti documentazione. Faremo 5 viaggi in questo modo, l'ultimo dei quali veramente impegnativo perche' dedicato al trasporto del rack digicom, che al contrario degli altri che sono in alluminio, e' in solido ferraccio, per cui ha un peso non indifferente, anche perche' completo di porta in vetro. I viaggi diventano poi composti di soli scatoloni di documentazione, se ben ricordo 3 viaggi in questo modo, poi si mischiano le tipologie di materiale con scatoloni con cavi, stampanti ed altro. Gli ultimi carichi sono quelli con i rimasugli del materiale che abbiamo preparato da portare via e sono anche i piu' faticosi, sia perche' siamo ormai stremati, sia perche' le scatole di piccole dimensioni non formano un blocco unico e compatto sul carrellino e spesso risulta scomodo muovere quest'ultimo, essendo improponibile di trascinarlo a livello pavimento per le nostre schiene.
Eccomi qui, nell'ex ced della ex Digital, stanco e sconsolato, perche' nonostante tutta la fatica, e che fatica, ci tocca lasciare sul posto ancora diverse macchine, anche se non cose vitali, ma tanti terminali perfetti, utili, belli, tanta documentazione, magari apparentemente inutile, ma non meritevole certo della discarica.
Restano inoltre ad attendere la triste fine, le macchine che vedete alle mie spalle, che per questioni burocratiche purtroppo non possiamo prelevare, in quanto presenti in un inventario che non puo' essere ignorato dall'inflessibile macchina burocrate di queste grosse aziende. Facciamo l'ultimo carico, mettendo in un grosso scatolone un po' di cianfrusaglie, di cose che ci piacciono e che troviamo in giro, come in un ultimo tentativo di riuscire a strappare ancora qualche frammento di questa storia alla improcrastinabile distruzione. E' triste, e' molto triste, lasciare tutto questo ben di dio, con la certezza che cercando meglio sarebbe saltato fuori sicuramente ancora qualcosa di utile e di prezioso da strappare alla distruzione. Una foto al panorama visibile dall'ampia vetrata sulla citta' di genova, un saluto ai due traslocatori e scendiamo con l'ultimo carico, chiudendoci dietro le porte di quella scomoda strada per scaricare le macchine fino al piano terreno.Un saluto alla bella signora bionda della ditta che ospita l'accesso al montacarichi, raccogliamo l'ultima scatola usata come fermaporta e poi spingiamo per l'ultima volta il pulsante di discesa di quel maledetto montacarichi.
La montagna di documentazione che vedete nella foto qui a fianco e' quella che i traslocatori avevano gia' asportato dai locali prima che noi intervenissimo. Tra i manuali, ci sono dei rarissimi ed interessantissimi manuali di PDP11 purtroppo, ma ormai erano gia' mescolati e mezzi sfasciati, per cui sono stati lasciati al loro destino, senza contare che era ormai quasi completamente buio, come potete vedere dalla foto ed era giunto il momento di tagliare i ponti con questo paradiso di documentazione e riprendere la lunga strada del ritorno, in mezzo al traffico di una Genova piu' che mai congestionata. Impieghiamo piu' di mezzora solo per uscire dalla citta', ed anche il tratto di autostrada da genova ad Alessandria, si presenta veramente trafficato. Dalla diramazione della milano genova in poi possiamo invece sfrecciare tranqullamente a 150Km/h, con il nostro potente mezzo, un Ducato JTD 2800, che non manca certo di brillantezza, anche con il carico della documentazione, che abbiamo stimato ammontare a circa 600-700Kg.
  Arriviamo al capannone alle 19:10, non male viste le aspettative che erano piu' pessimistiche. Iniziamo immediatamente le operazioni di scarico, e devo dire che lavoriamo con perfetto coordinamento e con una rapidita' , veramente un team di scaricatori professionisti. In un'ora esatta il furgone e' svuotato ed il materiale e' stato disposto nel capannone, non certo in modo perfetto e logisticamente corretto, ma senza dubbio non abbiamo nemmeno rovesciato tutto in giro in qualche modo. E' stato difficile posizionare gli scatoloni piu' grandi, mentre quelli stretti hanno praticamente occupato un'intera corsia, che al momento e' quasi inutilizzabile, se non per modelle taglia 42 :)
Occupano parecchio spazio gli armadi rack 19" alti 180cm, che verranno pero' presto trasferiti alla A2 Sistemi, dove troveranno un immediato riutilizzo; oggi ho controllato meglio, ed ho visto che si tratta di dei bellissimi rack della Schroof, una delle ditte leader nella produzione di mobili metallici per elettronica. Sono ovviamente tutti in alluminio, con il risultato di essere estremamente leggeri e maneggevoli ma allo stesso tempo molto robusti, per la struttura in alluminio pressofuso dei montanti.
Le foto
 
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La cena
Per sicurezza prenotiamo, anche se l'anticipo e' di un'ora scarsa, e la gentile signora risponde che non ci sono problemi. La trattoria Merlini si trova a Cameriano, un piccolo paese sulla statale Novara-Vercelli, raggiungibile in una decina di minuti da Novara, e la trattoria si trova proprio sulla statale, in un cortile interno a cui si accede da una stradina, il tutto ampiamente segnalato. Entriamo e veniamo fatti accomodare nella sala piu' grande, l'unica aperta questa sera. Possiamo anche scegliere il tavolo, visto che siamo tra i primi avventori del locale. L'ambiente e' molto semplice, ma accogliente. Alle pareti troneggiano dipinti raffiguranti la realta' campestre delle nostre zone, sia in versioni odierne che d'epoca. La tavola e' apparecchiata con tovaglia di cotone bianca, posate di qualita' anche se non di marca blasonata, calici per acqua e vino, cestino con pane fresco e piccolo cesto con i grissini confezionati.  Non possiamo fare a meno di iniziare le libagioni con gli antipasti della casa, affettati con qualche aggiunta sott'olio. Prosciutto crudo, speck, lardo, coppa, salame cotto, salamino sotto grassa.Molto aromatico il lardo,molto dolce il prosciutto crudo, nella media gli altri salumi. Completavano il giro di antipasti carciofini sott'olio e melanzane sottaceto. Come primo piatto abbiamo scelto tutti e tre il risotto al dolcetto mantecato con toma. Ottimo piatto, importante la presenza del dolcetto, leggera la toma; unico neo leggermente insipido. Passiamo ai secondi, con un brasato per me e spezzatino per i miei commensali. Il brasato risulta veramente ottimo: a parte la qualita' indiscussa della materia prima, e' stato cucinato in modo impeccabile, morbido al punto da sciogliersi in bocca, ma non da perdere la consistenza caratteristica della carne, veramente notevole. Anche lo spezzatino viene gradito, come il contorno di insalata mista, con tanto di cipolle. Il dolce e' un qualcosa di eccezionale, un panetto di cioccolato, amaretti ed arancio con un impasto cremoso, che fa capire subito che non si e' lesinato con il burro. Il gusto del cioccolato non viene influenzato dalla presenza dell'arancio, che e' comunque distinguibile con il suo gusto che esce alla fine della degustazione. Conclude la cena un buon caffe' con tanto di cioccolatino. Oltre alle tre bottiglie di acqua minerale frizzante S. Bernardo consumate, ha accompagnato la serata un barbera della casa, spacciato come barbera fermo; a mio giudizio un vino scarso, con poca presenza, dalla triste impressione diluiita. Onestissimo il conto, 72 euro in 3
Ma quanto costa ?
Mica basta noleggiare un furgone, come pensano i retroman da strapazzo :) I costi di un recupero ci sono e sono tanti.

Noleggio furgone

136,00

Gasolio

57,00

Autostrada Novara – Genova

9,00

Autostrada Genova – Borgomanero

9,60

Pranzo

11,60

Cena

72,80

Totale

296,00

Non ultimo c'e' da considerare che un recupero in giornata non festiva (e spesso capita di non poter disporre a proprio piacimento del tempo degli altri) costa una giornata di lavoro, che, a meno di non essere nullafacenti, o milionari, incide abbastanza sul bilancio mensile.
Ringraziamenti
  Un grazie enorme va a Marco Olobardi, di HP Italia, che ha reso possibile con il suo interessamento questo salvataggio preziosissimo di documentazione, e che e' riuscito a dedicarci del tempo nonostante sia impegnatissimo. Grazie anche ai due ragazzi extracomunitari che ci hanno lasciato scegliere cosa portare via, aiutandoci anche per quanto loro possibile nella selezione. E grazie naturalmente ai miei due compagni di fatiche, Andrea Longhi ed Elia Bellussi, brontoloni ma superefficenti, che hanno reso possibile questa missione decisamente impegnativa.
  Questo e' un MUSEO : il materiale visibile nelle foto o elencato in queste pagine NON e' in vendita. Se avete necessita' di qualche macchina o qualche parte, tutto quello che possiamo fare e' aiutarvi a riparare la vostra oppure a trovarne una funzionante.  
 
Dona al museo
 
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