Angolo Angolo
 Emergenza sgombero al museo di Padova 
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Il racconto
Quella che abbiamo compiuto oggi e' una di quelle missioni che poco manca per entrare nell'olimpo delle missioni storiche. La partenza e' fissata alle 6:30, e quando arrivo Elia e' gia' li' ad aspettarmi, nonostante si sia dovuto fare una levataccia alle 4:30 per arrivare da Torino a Novara a quell'ora. Non mi fermo nemmeno, carico Elia al volo e via, verso l'autostrada, con la speranza di riuscire a percorrere un bel po' di strada prima di ritrovarsi in qualche coda : oggi e' una giornata dichiarata come bollino nero per il traffico, si prevede un affollamento di vacanzieri in esodo mai riscontrato prima. A milano becchiamo un incidente in tangenziale, che ci scoraggia, visto che dopo mezzora dalla partenza siamo gia' fermi sulla tanto tristemente famosa Tangenziale Nord. Fortunatamente, dopo un po' di sofferenze, il traffico si sblocca: si trattava di un incidente, accaduto chissa' quando , e non del traffico vacanziero. Dall'uscita di milano fino a Padova, il viaggio prosegue tranquillo, con traffico sostenuto e terza corsia sempre piena, ma da permettere di avere una media cosi' alta da essere costretti a fare una pausa in autogrill per paura del controllo automatico di velocita' tra ingresso uscita casello. Breve sosta quindi per un panino ed una bibita, un caffe', e poi si riparte alla volta di Padova. Grazie al navigatore in poche mosse siamo in via Cornaro. Parcheggiamo e dirigiamo verso l'ex macello. Entrando troviamo i custodi con i loro gatti, che fanno piu' folklore che utilita'. Entriamo e mentre camminiamo verso i capannoni, ci rendiamo conto che la situazione e' ormai avanzata: cassoni per smaltimento rifiuti troneggiano innanzi al museo, due di essi gia' pieni, uno in fase di allestimento. Facciamo un giro all'interno del primo capannone, ormai quasi svuotato, scorgendo un vax, altre macchine ed alcuni elettromedicali. Nel capannone successivo incontriamo poi dei ragazzi che stanno smantellando un laboratorio chimico, che era stato allestito da poco, e che verra' anch'esso sgomberato dal comune. Poco dopo incontriamo Alberto Cammozzo, che sta facendo un po' da coordinatore tra tutte le varie organizzazioni in gioco , che ci relaziona sulla situazione attuale, purtroppo critica. Arriva dopo poco anche Francesco Piva, l'ideatore e curatore del Museo, che anche se stanco , causa l'eta' e gli acciacchi, si siede con noi e cerca di fare il punto della situazione. Concordiamo che bisogna assolutamente controllare cosa hanno messo nei cassoni, cosa che faremo nel pomeriggio. Per adesso ci limitiamo a qualche giro nel museo, per cercare di organizzare le operazioni e fare un piano d'azione per contrastare l'opera di distruzione messa in atto dal comune.
Il pranzo
Su consiglio di Francesco Piva, ci rechiamo in una piccola trattoria a poche decine di metri dall'ex macello, appena dall'altra parte del fiume. Ecco la recensione.
La trattoria da Pippo si trova in via Gattamelata, zona centrale di Padova, nei pressi dell'ospedale. Dall'esterno sembra la classica trattoria da camionisti lungo la statale, all'interno un locale carino, pulito, forse un po' anonimo nell'arredamento. I tavoli sono pochi e tutti da 4 posti, gli avventori di tutti i tipi , anche alcuni stranieri. Una gentile cameriera ci fa accomodare e dopo pochi istanti arriva a prendere le ordinazioni. Il menu e' a prezzo fisso, primo, secondo contorno e bevande, ma la varieta' di primi e secondi e' tale da lasciare stupiti. Come primo prendo spaghetti alle acciughe, un piatto che si rivelera' decisamente ben fatto: pasta cotta al punto giusto, abbondante presenza di acciughe, ma non in eccesso; forse un po' troppo olio. Il piatto era cosi' appetitoso che l'intingolo restato ha richiesto una scarpetta fuori programma. Come secondo, opto per l'insalata di pesce, chiamata cosi' mentre normalmente viene chiamata insalata di mare, visto che e' composta da polipo, gamberetti, scampi, calamari: tutto molto buono, il pesce potrebbe anche essere fresco, anche se contraddirebbe il conto finale. Come secondo scelgo una portata un po' strana, l'insalata russa, della quale sono goloso. Dalle nostre parti, in piemonte, e' considerata tassativamente un antipasto e non un contorno. Buona, anche se non da ricordare. Abbiamo bevuto acqua minerale gasata, ed il pranzo e' stato concluso con un caffe'. Totale 10 euro a testa.
Pomeriggio
  Durante la pausa pranzo abbiamo riorganizzato un po' le idee, cosi' appena rientrati, ci mettiamo subito all'opera. Sposto la macchina a fianco del cassone destinato alla discarica e cominciano le operazioni di salvataggio, che vedono coinvolte molte Divisumma 24 e 26 e innumerevoli Logos 55 e 58. La prova del nove che la scelta e' stata fatta con qualche baco, e' il ritrovamento di una calcolatrice Monroe Matic, un oggetto che definire storia e' ancora troppo riduttivo. Sicuramente qualcosa non ha funzionato nella scelta del materiale operata dalla Dott.ssa Alberta Panti, del comune di Padova: nessuno che abbia in vita sua usato una calcolatrice puo' buttare nella spazzatura un oggetto di quel valore storico (senza contare il non trascurabile valore economico). L'esperienza acquisita nel corso di anni di recuperi, consente di stoccare nel baule della mia Mazda una quantita' di calcolatrici enorme, diverse decine. Il peso di questo recupero si nota osservando lo stato di compressione degli ammortizzatori dell'auto, prossimi al limite. Dopo un'ulteriore visita al museo, ed un provvidenziale abbeveramento alla fontanella presente nel cortile dell'ex macello, visitiamo i locali dove le numerose associazioni di sowtware libero (refun, pluto ecc) lavorano al restauro delle macchine. Purtroppo i gatti del custode fanno i loro bisogni ovunque, per cui i locali al piano inferiore sono in uno stato che definire pietoso e' riduttivo, e le esalazioni si propagano anche lungo la tromba delle scale per salire al piano superiore; con queste temperature tropicali, vi lascio immaginare l'odore. Visitiamo le varie stanze al piano superiore, sicuramente in forte disordine, ma arredate con tantissime macchine interessanti ed in ottimo stato, quindi utilizzabili, probabilmente frutto di anni di lavoro; gli ambienti sono tutt'altro che fatiscenti, e sarebbe un vero peccato se lo sgombero toccasse anche queste attivita'.
Verso la fine della giornata arriva anche Alfonso Sarnataro, che ha restaurato un sistema della Unisys molto particolare, formato da varie unita' modulari. Visto che di questi sistemi ne sono presenti parecchi, me ne vengono affidate due serie complete di moduli dallo stesso Sarnataro, che mi istruisce brevemente su collegamenti e funzionamento del sistema. Sono ormai le 18 passate, piano piano tutti vanno a casa. Prima di affrontare il viaggio di ritorno, ci sediamo al fresco, vicino ad un cassone da discarica, sulle sedie presenti per gli "ospiti" e passiamo una tranquilla mezzora, durante la quale decidiamo di fermarci a cena in zona, visto che anche se fossimo partiti subito, saremmo arrivati a Novara troppo tardi per andare poi a Momo al capannone a scaricare. 
Cena
Trovandoci in veneto ed essendo sulla giusta direttrice, non poteva mancare una cena dalla Lella, cosi' l'occasione e' buona per far conoscere questo luogo di perdizione gastronomica ad Elia, mio compagno di avventura, che merita di essere rifocillato come si deve, dopo le fatiche di una giornata intera di recuperi retrocomputeristici.
Arriviamo pochi minuti prima delle 20, il locale e' quasi deserto, quindi ci viene fatto scegliere il tavolo. L'ambiente e' accogliente, in stile rustico, forse un po' buio; nonostante la calura estiva, l'impianto di condizionamento rende la temperatura piacevole, anche per una lauta libagione. Ci accomodiamo e facciamo le ordinazioni; nell'attesa degli antipasti, ci viene portato il pane, delle fette appena sfornate, con un'olio al peperoncino. Non e' granche', ma visto che viene offerto, veramente, e' una piccola nota che fa piacere. Iniziamo con un'antipasto di gamberetti in salsa cocktail per me e piovra in insalata per il mio commensale. I gamberetti sono ottimi, sicuramente pesce fresco, la salsa molto delicata, la quantita' da soddisfare anche i mangioni piu' esigenti come me. Anche la piovra, che viene servita da condire, con olio d'oliva extravergine, e' ottima, lo si vede gia' dall'aspetto. Passiamo ai primi, con orecchiette con gamberi e tartufo per me e gnocchi alle code di gambero per il socio; ottimi entrambi e di un'abbondanza che non e' possibile raccontare, non esagero se dico che con una porzione possono sfamarsi due persone adulte. Le orecchiette sono cotte leggermente al dente, come vuole questa pasta; i gamberi hanno un leggerissimo croccante, segno di una cottura perfetta, ed il tartufo non sovrasta i sapori delicati del gambero, ma crea un contrasto piacevole. Non abbiamo spazio ne' per i secondi, ne' per un eventuale dolce, ma un sorbetto al limone e' proprio l'ideale; si tratta di un sorbetto purtroppo di qualita' industriale, ma si lascia mandare giu' senza pretese. Un buon caffe' conclude la serata. Spesa totale 17 euro a testa.
 Le foto scattate
   
Alcune considerazioni
  Questa del museo di Padova e' veramente una tragedia, purtroppo annunciata. E' inutile ad oggi parlare di colpe e responsabilita' su quanto e' accaduto, su quello che si poteva fare. Adesso bisogna agire, cercando prima di tutto di interrompere questo scempio, sensibilizzando tutte le cariche pubbliche che possono fare qualcosa; questo nell'immediato, in futuro bisogna sicuramente trovare una nuova collocazione al museo, e questo possibilmente in tempi rapidi, perche' nei magazzini del comune le macchine sono a mio personale giudizio tutt'altro che sicure.
  Questo e' un MUSEO : il materiale visibile nelle foto o elencato in queste pagine NON e' in vendita. Se avete necessita' di qualche macchina o qualche parte, tutto quello che possiamo fare e' aiutarvi a riparare la vostra oppure a trovarne una funzionante.  
 
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