Angolo Angolo
 Il mio regalo di compleanno 
Angolo Angolo
 
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I preparativi
Oggi e' il mio compleanno, ed ho deciso che una giornata di ferie posso anche regalarmela. Riesco a far combaciare un po' di cose da fare a Torino, cosi' la giornata si svolgera' nella cittadina della Mole. Parto di buon mattino per essere al Novotel di V.le Giulio Cesare alle 9:30, dove si tiene un seminario della Cisco, sulla convergenza voce dati: mi sto interessando di questo argomento, e non e' il primo seminario sull'argomento al quale partecipo; in effetti sotto molti aspetti e' una perdita di tempo, quando c'e' tanto lavoro da fare in azienda, ma oggi che mi ritengo in ferie posso anche dedicarmi a queste cose. Ho l'occasione di conoscere un po' di persone in Cisco, cosa che raramente avviene in questo mondo lavorativo fatto ormai di internet e telefono. A conclusione della mattinata, un pranzo nel salone del Novotel, rapido ma gustoso, durante il quale si lascia perdere un po' il lavoro per parlare delle cose di tutti i giorni e di questo maledetto traffico che penalizza tutti noi che per lavorare dobbiamo macinare centinaia di chilometri. Con la pancia piena, posso quindi avviarmi verso la seconda parte della giornata, un bel recupero per il museo.
Il recupero
Senza nessuna difficolta, tranne un senso unico al contrario, il navigatore mi porta in via Asinari da Bermezzo, dove si trova lo Studio Buzzelli, che ci ha contattato per donare al museo due bellissimi sistemi IMS International. Si tratta di macchine basate sul bus S100 e che utilizzano il sistema operativo MP/M, la versione multiuser del consolidato CP/M. Lo studio si trova al quinto piano di un palazzo, purtroppo dotato di un microscopico ascensore, poco adatto al trasporto di macchine ingombranti, ma in questo caso l'inconveniente e' superabilissimo con piu' viaggi. Il parcheggio e' pressoche' impossibile, auto in doppia file sono abituali in queste strade del capoluogo piemontese; ma un colpo di fortuna ogni tanto capita, cosi' un'auto mi lascia libero uno spazioso parcheggio proprio dal lato giusto della strada e a pochi metri dal portone del palazzo. Salgo e trovo ad accogliermi l'ing. Giovanni Buzzelli, titolare dello studio, ed il figlio Stefano, che mi ha contattato, che hanno gia' preparato le macchine ed il materiale annesso con estrema diligenza, praticamente basta caricarlo: spesso ci si trova a dover recuperare macchine che richiedono ore di estrazione da cantine o solai o sotto pigne di scatoloni. E' un piacere farsi raccontare la storia dello studio e dell'informatizzazione che ha avuto durante gli anni, iniziando con questi sistemi, passando poi ai Macintosh e terminando, come tutti, con gli attuali pc compatibili. Dai racconti dell'ing. Buzzelli traspare, oltre alla competenza, la passione per il proprio lavoro e per la tecnologia. Passiamo cosi' un'oretta o forse piu' a parlare di vecchie macchine e di vecchio mondo, quello in cui tutto era ancora in una misura piu' umana e meno usa e getta.
Ecco nella foto a fianco il carico completo; in primo piano due dei tre terminali Televideo recuperati: interessante notare che tutti e tre i terminali sono di modelli differenti, il che arricchisce la collezione del museo. In secondo piano una stampante Qume a margherita, sotto di essa i due sistemi IMS International, che se esteticamente sono molto anonimi, internamente presentano soluzioni interessantissime, come l'utilizzo di piu' schede CPU per le varie funzioni.
La cena
A conclusione di questa giornata di piacevole gironzolare, una cena con un amico retrocomputerista che compie gli anni anche lui il 5 Dicembre, Vincenzo Scarpa, ed il nostro amico torinese Diego Lesen, storico retrocomputerista. Dopo aver fatto un tentativo all'Osteria Parma Vecchio, gia' collaudata con successo, scelgo un'alternativa anch'essa gia' collaudata in passato assieme ad una mia fidanzata, il ristorante Frandin Da Vito a S. Mauro Torinese, scelta motivata anche dal fatto che Vincenzo abita a Settimo Torinese e Diego si trova proprio in quella zona per lavoro. Mi ci vorra' una mezzora abbondante per arrivare a S. Mauro , causa traffico, ma tanto c'e' tempo. Vincenzo arriva poco dopo, ma dobbiamo attendere Diego per un'ora, prima che possa liberarsi dagli impegni lavorativi, prima sulla piazza di S.Mauro, della quale vedete qui a fianco l'albero di natale al centro della piazza, e poi entro il ristorante, visto che la temperatura non e' delle piu' miti in questo freddo Dicembre.
Il ristorante Fradin da Vito si trova a S.Mauro Torinese, un paese dell'interland torinese, ai piedi della collina; arrivarci e' semplicissimo, visto che si trova ad una decina di metri dalla piazza principale, quella con la fontana in mezzo, che si congiunge al ponte storico,ora chiuso al traffico auto. Parcheggiamo comodamente in uno dei due parcheggi ai lati della piazza e ci avviamo in perfetto orario, per le 20:30; avevamo prenotato telefonicamente la sera stessa. Ci accoglie la proprietaria del locale, che assieme alla giovane figlia, serve anche in sala. Gli avventori del locale sono inizialmente pochi, ma durante la serata arriveremo ad una ventina di persone, distribuite su 5 tavoli. L'ambiente e' molto anonimo, non ci sono particolari che restano impressi, ma e' comunque piacevole, anche se la sensazione di calore e' trasmessa sicuramente piu' dalla signora con la sua gentilezza che dalle fredde pareti del locale. Ci accomodiamo in una delle due sale che compongono il locale, dove i tavoli sono ben spaziati. L'apparecchiatura della tavola e' classica, tovaglia e sottotovaglia in cotone bianco, allo stesso modo dei tovaglioli. Calice per il vino e bicchiere per l'acqua, posate doppie di metallo con coltelli che tagliano anche.
Iniziamo la nostra cena con gli antipasti, che in questo locale equivalgono ad una cena completa e che definire abbondante e' poco: si tratta infatti di vere e proprie portare, delle quali viene quasi sempre richiesto se si vuole il bis. Ogni portata di antipasto viene minuziosamente descritta, ed e' una cosa che personalmente ritengo un importante gesto di attenzione verso il cliente.
  • Pesce persico con salsina all’aneto, uno sformato di pesce persico, servito con una salsina che lo rende particolarmente appetitoso. 
  • Pate’ di selvaggina tartufato su crostini caldi, forse il pezzo migliore di questa serie di antipasti, un profumo molto marcato, un gusto in cui il tartufo non copre il gusto tipico della carne di selvaggina. Viene portata una terrina piena di questo pate', che una volta terminati i crostini, e' possibile gustare anche con altro pane o grissini.
  • Galantina di coniglio, buona, anche se il gusto della carne di coniglio risulta poco percepibile dalla preparazione.
  • Composta di selvaggina
  • Carne tritata all’albese, che ci viene servita due volta, visto che la prima le razioni erano scarse: ho trovato la prima ottima, mentre la seconda un po' troppo pungente, segno che la carne non aveva ancora avuto il tempo di marinarsi.
  • Melanzane con olive ed acciughe
  • Tomini di Roccaverano, serviti con due preparazioni differenti, una con peperoncino, l'altra con salsa verde.
  • Frittatina con verdura, precisamente coste.
  • Pomodoro ripieno di una salsa a base di tonno, capperi, acciughe.
  • Cipolline in agrodolce, delicatissime
  • Uovo con salsa aurora, una salsa di una leggerezza notevole, nonostante la base di maionese.
  • insalata russa,delicata sicuramente, ma un tantino anonima
  • insalata di pollo, morbida la carne, grazie alla gelatina.
  • vitello tonnato, morbidissimo il magatello impiegato, forse leggermente troppo dolce la salsina.
  • lingua in salsa verde, anche questo un antipasto tipico piemontese, molto acetica la salsina, comunque ottima
  • fagioli con tonno, degli ottimi borlotti con tonno e pochissima cipolla,appena percettibile.
  • acciughe rosse e verdi, senza dubbio le verdi sono le migliori, la salsina rossa sembra normale ketchup
  • flan di cardi, servito ad una temperatura altissima, bisognerebbe avere la pazienza di lasciarlo raffreddare per gustarlo meglio.
  • Peperone in bagna cauda, un classico della tradizione piemontese

passiamo poi ai primi, con un ottimo piatto di gnocchi alla bava, cosi' appetitosi da farsi mangiare senza esitazioni, nonostante ci si trovi lo stomaco strapieno dagli antipasti. Il condimento e' gustoso, ma abbastanza classico, gli gnocchi invece un capolavoro, una consistenza tale che si sciolgono in bocca, ed una patata il cui sapore risalta sul formaggio. A questo punto riusciamo solamente a consumare ancora un sorbetto, che con piacere osserviamo essere preparato artigianalmente. Caffe' per chiudere il tutto, con cioccolatino. Abbiamo bevuto solamente acqua, per ragioni di chilometri da affrontare al ritorno, nonostante la carta dei vini fosse molto interessante, con etichette prevalentemente piemontesi, ma anche di altre regioni italiane, offerti a prezzi senza dubbio nella norma. Durante tutta la cena il servizio e' stato impeccabile, piu' aperta la signora, forse un po' formale la figlia, ma sempre attente al tavolo, sempre pronte al bis, o ad accontentare richieste. Alla fine, dopo aver pagato il conto di 36 euro, piu' che meritati, ci siamo intrattenuti a chiaccherare un po' con la proprietaria, progettando per la prossima visita un antipasto ridotto per gustare poi i secondi, tra i quali troneggia un carrello dei bolliti che parla da solo, ed invitante e' anche il carrello dei formaggi, tutti con bandierina portanome. Un particolare "del giorno dopo" a cui faccio sempre caso, e' come mi sento : nonostante la mangiata, nessuna pesantezza, segno di materie prime di qualita' e cucina senza eccessi di condimenti; capita spesso di mangiare meno e svegliarsi la mattina dopo appesantiti.

Recensione pubblicata su "Il mangione"

 
   
 
   
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