Figura 1 : cablaggio
trasformatore
Foto in alta risoluzione
Figura 2 : gruppo
raddrizzatore
Foto in alta risoluzione
Figura 3 : alimentatore
dx
Foto in alta risoluzione
Figura 4 : alimentatore
sx
Foto in alta risoluzione
Figura 5 : monitor
Foto in alta risoluzione
Gruppo condensatori
Collegamento levetta
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Purtroppo il System 32 e' restato fermo
per troppo tempo, in attesa di un rimontaggio che e' sempre stato
rimandato, sparpagliato a pezzi per un largo pezzo di capannone;
adesso, nonostante il clima non sia dei migliori, essendo gia'
arrivata la stagione invernale, urge un riordino dello spazio nel
capannone, per cui sono stato costretto ad un rimontaggio obbligato,
purtroppo senza la collaborazione dell'amico Leonardo Cerliani, che
in quel lontano Febbraio di piu' di un anno fa, recupero' la
macchina assieme a me, in quanto impegnato in faccende familiari.
Inizio la ricostruzione aprendo lo scatolone con tutte le minuterie,
per disporle su un tavolo , un po' traballante ma necessario vicino
alla zona di lavoro; noto una cosa che non mi ricordavo, cioe' il
fatto che tutte le viti , diciamo quasi tutte, sono raccolte in
sacchettini di plastica, che recano scritto con il pennarello
indelebile sopra la parte a cui si riferiscono: evidentemente e'
passato cosi' tanto tempo che non mi ricordavo di aver fatto un bel
lavoro. Preparati i vari pezzi e le minuterie per l'assemblaggio,
inizio a disporre alcuni cartoni attorno al telaio della macchina,
per sedermici sopra, visto che il pavimento del capannone e' tutto
tranne che pulito e considerato anche che il freddo non e' poco.
Dopo aver liberato il cavo di alimentazione ed alcuni flat della
tastiera e della stampante, bloccati con nastro adesivo durante il
trasporto, inizio dal componente piu' pesante e scomodo, il
trasformatore di alimentazione; l'operazione sarebbe un gioco da
ragazzi in due persone, ma anche da soli non e' cosi' impossibile,
visto che ibm ha previsto un paio di cose che rendono il tutto piu'
facile: un gancio per appendere l'asola superiore del trasformatore
(il trasformatore viene montato in verticale) ed un nottolino da
utilizzare al posto di una delle quattro viti di fissaggio.Dopo aver
piu' o meno appeso il trasformatore, avvito a mano i tre bulloni di
fissaggio, poi, quando finalmente posso lasciare quei 12 chilogrammi
di ferro, stringo con chiave e cacciavite i tre fissaggi. Una volta
che il trasformatore e' bello e felice nella sua sede, comincio a
collegare i tre fili sulla morsettiera sopra di esso, che
rappresentano l'alimentazione e la terra: il fatto di avere numerato
tutti i fili che sono stati scollegati al momento dello smontaggio,
rende queste operazioni decisamente rapide e sicure; diversamente,
non disponendo degli schemi elettrici, si sarebbe perso un mucchio
di tempo per risalire alle connessioni originali. Seguendo lo schema
della figura 1, connetto quindi fase neutro e terra. Una volta
stretti i morsetti, rimonto la protezione in plexiglass sopra questa
morsettiera, con sopra l'etichetta che dice chiaramente di stare
attenti nel maneggiare il trasformatore, visto il peso di 24 libbre,
equivalenti ai nostri 12 chilogrammi. Una cosa che si nota nella
parte di alimentazione di questa macchina, e' la presenza di
etichette di segnalazione in tutti i punti dove possano esserci
tensioni pericolose, parti sottoposte ad alte temperature, organi
meccanici in movimento. Per poter collegare i rimanenti fili del
trasformatore, devo montare il gruppo raddrizzatore e condensatori
di filtro, che grazie a 4 fissaggi con asola aperta, si mette su
veramente in pochi minuti, nonostante la posizione non sia delle
migliori e lo spazio cosi' esiguo al punto che una volta montato non
mi passano nemmeno le dita per allinearlo, e devo farlo con un
cacciavite. Passo quindi al collegamento dei fili dei secondari del
trasformatore alla morsettiera presente sul gruppo raddrizzatore,
prestando particolare attenzione al serraggio delle viti, visto che
le correnti in gioco sono tutt'altro che trascurabili. Collego
quindi i connettori multipolari che portano le altre alimentazioni ,
uno sulla scheda presente a bordo del gruppo raddrizzatore, l'altro
sull'alimentatore in basso a destra. Un'operazione che si rivela
veramente difficoltosa, e' il collegamento di due fili che dal
trasformatore vanno ad un condensatore di rifasamento, posto dalla
parte opposta del vano alimentazione, ma, non bastasse, montato in
una specie di nicchia e con i terminali rivolti verso la parete; non
ricordavo che fosse cosi' difficoltoso, nonostante fossi stato io a
togliere quei collegamenti: con qualche spellatura alle dita ed al
dorso della mano, riesco ad infilare i faston sul condensatore ed a
mettergli sopra il cappellotto di plastica trasparente di
protezione. Proseguo nel ripristino dei collegamenti, facendo
passare nel foro che unisce il vano alimentazione con il vano
computer i cavi che avevamo inutilmente tolto, nella prima fase
dello smontaggio, supponendo erronemaente che il system 32 una volta
nudo si potesse scomporre in due pezzi; dal vano computer a quello
alimentazione passano veramente una grande quantita' di cavi,
diretti per la maggior parte al backplane, ma anche alla stampante
ed al pannello di controllo anteriore. Comincio posizionando il
fascio di cavi piu' sottili, tutti dotati di connettori, che collego
secondo lo schema di figura 2 e di figura 3, alle due piastre di
alimentazione.Il fatto di aver preso nota della collocazione dei
connettori, rende questa operazione veramente rapida e senza nessun
dubbio, grazie anche al fatto che ogni connettore ha una chiave che
ne impedisce l'inserzione errata. Oltre alle connessioni mediante
connettori strip, questo fascio di cavi ha anche qualche faston
isolato, connesso nella parte alta della piastra alimentazione in
basso a destra, come si puo' vedere dalla figura 3: per inserire
questi faston, causa ossidazione, devo ricorrere a pinza e
cacciavite.Oltre a tutte le connessioni sopra citate, questo fascio
ha anche un termostato del tipo bimetallico, che e' montato mediante
un ritegno a rondella metallita tagliata, sopra due resistenze di
potenza, sempre sull'alimentatore in basso; installo anche questo
particolare e posso quindi passare al fascio di cavi successivo;
preciso che quando parlo di fasci di cavi, intendo un gruppo di
conduttori di tipo trecciola (volgermente detti "cordina")
tenuti assieme con la legatura a salsiccia, cioe' quella fatta con
il filo cerato legato in quel modo particolare che si imparava una
volta (anche io lo so fare). Il fascio di cavi successivo e' quello
che porta le alimentaizioni di potenza al backplane, quindi si
tratta per la maggior parte di conduttori di una certa sezione, che
terminano con contatti faston femmina, e devono essere ricollegati
alla parte bassa della scheda presente sul gruppo raddrizzatore,
visibili anche in basso nella figura 2; collegati anche questi
terminali, con non poca difficolta' vista la rigidita' dei
conduttori, dovuta all'elevata sezione ma sopratutto alla bassa
temperatura ambiente, rimangono solo un paio di connettori di tipo
strip, presenti in questo fascio, che vanno anch'essi alla piastra
raddrizzatore, e con questo le connessioni sono praticamente
terminate. Un ultimo connettore, quello visibile in figura 4, sul
quale sono ancora adesso un po' dubbioso, va collegato sulla piastra
alimentatore in basso a sinistra:i miei dubbi nascono dal fatto che
questo connettore e' in realta' composto da un numero di piedini
superiore a quello della femmina presente sul cavo, ma il disegno
fatto a mano lo indica in quella posizione, ed anche la
conformazione del cavo fa pensare al suo collegamento in quella
posizione, senza contare che e' anche l'unico connettore rimasto
libero. Terminata la fase di cablaggio, do una sistemata ai fasci di
cavi, cercando di disporli in modo che non diano noia ed allo stesso
tempo permettano un minimo di ordine alla vista. Faccio passare
anche il cavo di alimentazione della stampante, situata proprio
sopra l'alimentatore, ma che comunica a livello di cavi solo
mediante il vano computer. A questo punto e' possibile quindi
rimontare le piastre di protezione, munite di fori per areazione,
sopra le sezioni dell'alimentatore interessate da tensioni
pericolose: si trovano una a sinistra, in verticale, che copre tutto
il trasformatore, e l'altra al centro in basso, sull'alimentatore in
basso a destra. Fisso anche un paio di connessioni di terra, ma
rimangono un paio di cavetti, ipotizzo di massa, volanti, che non so
dove fissare e che bisognera' verificare prima di accendere la
macchina. La fase successiva del rimontaggio, conclusa quella della
sezione di alimentazione, e' quella del gruppo stampante tastiera.
Dopo aver dato una bella pulita alle parti, che purtroppo sono piene
di fonoassorbente divenuto polvere, incominicio a fissare la base
della console, fissata sopra il gruppo alimentazione con 4 robusti
bulloni; una volta che questa e' stabile, posso disporre i cavi che
entrano in essa, per stampante e tastiera e passare poi al blocco
successivo, il supporto per la stampante. Montato il supporto per la
stampante, fissato con viti nella parte anteriore, posso
appoggiargli sopra la stampante, che si fissa mediante un sistema di
antivibranti veramente complesso, che mi fa perdere un buon quarto
d'ora per capire come rimontare esattamente gommini, ganci e viti
che lo costituiscono. Conclusa l'operazione meccanica, posso
procedere al ripristino delle connessioni, tutte mediante due
connettori del tipo classico di ibm, impiegato anche sui maiframe,
tranne l'alimentazione di rete, che arriva mediante una spina, ed
un'altra alimentazione, connessa mediante una morsettiera a vite.
Dopo qualche indugio, dovuto a vuoto di memoria, riesco a ricordare
che i due faston piccoli, quelli da 2.86mm che vagavano, vanno
collegati all'interruttore che abilita o meno il funzionamento a
trattore o a foglio singolo della stampante. E' ora il turno della
tastiera, o meglio della pulsantiera di comando, visto che alla
tastiera basta connettere il cavo in arrivo dal backplane: la
pulsantiera ha un cavo flat giallo, che va a connettersi al
backplane, e che avevamo tolto, e che ora bisogna reinserire,
facendolo passare nella canalizzazione interna alla macchina,
prevista per i cavi flat. Una volta fissata la pulsantiera, con due
viti, occorre montare la copertura superiore della pulsantiera
stessa, per poter poi fissare le altre due viti, che in questo modo
concludono il fissaggio della pulsantiera. Il pannello di copertura
della tastiere e pulsantiera si appoggia sopra il vano dove sono
alloggiate, e si ferma mediante due ganci nella parte anteriore e
tre fiti a brugola nella parte inferiore, che per adesso non monto,
in attesa di procurarmi una di esse, mancante, perche' nello
smontaggio siamo stati costretti a trapanarla, visto che era
bloccata e la testa si era spannata. Dopo aver montato le coperture
della console, e' quindi possibile proseguire nel montaggio delle
coperture della stampante, un vero capolavoro di ingegneria, al
contrario delle stampanti attuali. E' ora la volta del rullo della
stampante e quindi finalmente del gruppo trattore che in realta' e'
montato esternamente sopra la macchina, ma comunica con questa
mediante un ingranaggio per prendere il movimento per l'avanzamento
del modulo continuo. Prima di poter montare il pannello di
controllo, situato dopra il drive da 8", penso sia bene
ricollegare tutti i connettori al backplane, in modo da avere piu'
spazio disponibile per le mani ed una maggiore illuminazione, visti
gli spazi ristretti in cui si opera. Ci metto un po' di tempo per
ricostruire il giro esatto che faceva il cavo della pulsantiera di
controllo, ma alla fine , complici le curve impresse sul flat,
riesco a ricordare tutto e posso procedere, dopo aver rimosso il
pannello del backplane superiore ed aver tolto il fermacavi, al suo
inserimento in uno slot del backplane. Richiudo fermo e coperchio
del backplane, ma purtroppo non posso piu' utilizzare i bloccaggi in
gomma dura , a forma di croce o fascette, che fermano i flat
semplicemente incastrando questi fermagli sopra di essi: bisognera'
trovare una soluzione per questo problema, che non e' di vitale
importanza ma consente di mantenere ordinati tutti i cavi. Rimonto
anche i due bloccaggi di metallo nel punto in cui i flat fanno la
curva per entrare nel backplane e consentire l'apertura a libro di
tutto il blocco backplane, montato su cerniere, e dopo questa
operazione il sistema comincia ad avere una consistenza ordinata.
Rimane ancora un cavo da collegare all'hard disk, un flat di quelli
trasparenti, che connetto in una presa disponibile, ma vista la
presenza di un'altra presa identica non sono sicurissimo se
effettivamente l'ho collegato nel posto giusto: anche questa e' una
cosa che occorrera' chiarire una volta in possesso degli schemi
elettrici, o almeno quelli di cablaggio , del system 32. Il passo
successivo e' quello di rimontare il pannello di controllo, un vero
capolavoro di elettromeccanica, essendo costituito da commutatori
con delle bellissime manopole stile strumentazione degli anni 60 e
da led, il tutto su sfondo nero. Si connette al resto della macchina
mediante tre flat, due nella parte alta, uno nella parte bassa, con
relativi fermi di bloccaggio, oltre a tre fili sciolti muniti di
faston che vanno al monitor, per la regolazione della luminosita'.
Il pannello di controllo si fissa con tre viti al telaio principale,
quindi dopo averlo montato e' possibile inserire anche la copertura
per il drive da 8", che si aggancia con due viti nella parte
alta, per poi essere bloccaca da un aggancio a scatto nella parte
inferiore. E' la volta quindi del ventilatore, completo di filtro,
che raffredda tutto il vano computer e porta l'aria all'esterno;
dopo qualche litigata con il sistema di fissaggio, che non avevo
intuito al primo colpo riesco facilmente a fissarlo ed a connettere
il cavo di alimentazione: occorrera' probabilmente in una successiva
fase, controllare ed eventualmente sostituire se non fosse possibile
pulirli, i filtri della ventilazione. Dopo questo piccolo
componente, tocca al monitor, montato in verticale e visibile
mediante uno specchio, soluzione tipica adottata da ibm in questi
sistemi. Studio un attimo il monitor, e scopro che lo abbiamo
smontato nel modo piu' scomodo che c'era, visto che e' possibile
separarlo dal castelletto di fissaggio mediante due sole viti,
quindi montato questo lo si puo' appendere con estrema facilita'.
Provvedo quindi a montare il castelletto di fissaggio, mediante le
quattro viti a testa svasata che collimano con la piastra superiore,
ma interponendo prima i tre ganci di fissaggio del tipo a prestola,
dove si inseriranno i nottolini dell'unita' specchio , esterna al
volume della macchina. Una volta montato il castelletto di fissaggio
del monitor, in modo non del tutto agevole, posso montare il
monitor, quindi, dopo aver asportato il suo pannello di protezione,
collegare i tre fili del potenziometro di luminosita' provenienti
dal pannello di controllo, come indicato nella figura 5,
quindi richiudere il coperchio di protezione e collegare il
connettore in arrivo dal backplane, che porta l'alimentazione per la
scheda a bordo monitor ed i segnali video e di sincronismo; questi
monitor infatti, del tutto simili a quelli montati sulla console del
sistema 360, ricevono separatamente segnale video, sincronismo
orizzontale e sincronismo verticale, oltre ad un segnale che serve
per intensificare i caratteri. Si passa ora alla parte diciamo
estetica della macchina, cioe' il pannello superiore , fissato
mediante cinque prigionieri, ed i pannelli laterali, tutti apribili
mediante cerniere e dotati di un'ottima meccanica. Essendo da solo
posso solo montare i pannelli, cercando in qualche modo di fare si
che si possano aprire e chiudere, ma non posso regolarli ed
allinearli, in quanto serve essere almeno in due, per effettuare una
regolazione comoda della pendenza e della sporgenza di ogni pannello
rispetto al corpo della macchina. Conclusa anche questa ultima fase,
posso montare l'unita' specchio del monitor, che si appoggia
semplicemente sopra e si blocca a scatto con i 3 nottolini nelle
prestole della base del monitor, componente che monto dopo avergli
dato una bella pulita dalla polvere decennale che lo ricopre.
Un'ultima pulita a tutto il sistema, anche se parlare di pulita' e'
esagerato ,meglio sarebbe dire una spolverata, e finalmente posso
godermi la vista di una macchina tanto amata tutta intera. |