L'evento |
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Ad un paio di mesi esatti dal sopraluogo iniziale, riusciamo a portare a
termine questo imponente salvataggio, in cui sono stati impiegati due
furgoni. L'azienda Gariglio Confezioni, marchio molto noto
dell'abbigliamento piemontese, e' ormai in liquidazione, ed i titolari, i
fratelli Pier Vittorio, Venanzio e Michele, hanno scelto di donare tutto il
materiale informatico, conservato per decenni, alla nostra Fondazione.
Presenti Alberto Rubinelli, Giuliano Mingarelli, Leo Moro. |
Il salvataggio |
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Arriviamo sul posto in
perfetto orario, con entrambi i furgoni. In precedenza, all'alba, io e
Giuliano siamo passati dal Museo a caricare tutta l'attrezzatura necessaria
a questo tipo di salvataggi, con macchine molto pesanti.
Iniziamo con il Sistema 34 Ibm, un monolita da 380kg, che portiamo senza
particolari difficolta', grazie al fatto che sia dotato di ruote, all'aperto,
passando nei tunnel sotterranei dell'azienda. Posizionate le assi, lo
facciamo salire sul furgone. Proseguiamo dando la precedenza alle macchine
piu' pesanti, come i System/36 ed alcune antiche macchine ciclostile.
L'operazione che ci porta via maggior tempo e forze e' portare dal primo
piano a terra una Olivetti Auditronic 730, praticamente una scrivania di un
centinaio di chili. A complicare notevolmente la discesa di questa macchina
veramente rara, e' la scala che si snoda su due curve, veramente difficili
da percorrere in discesa con un tal peso tra le mani. Fortunatamente in 4
riusciamo a vincere anche questa sfida. A questo punto rimangono solo cose "leggere",
come macchine da scrivere e calcolatrici meccaniche, tra cui alcuni pezzi
veramente particolari, come la Olivetti Raphael, una macchina da scrivere a
font proportzionale. |
La pausa pranzo |
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Arriviamo a Camburzano
per mezzogiorno, e possiamo quindi fare la nostra tradizionale pausa alla
trattoria del peso. Per me ravioli con gorzonzola e noci, al burro e salvia,
bistecca alla valdostana, con verdure saltate miste. Posso dire tutto
soddisfacente, questa volta. Caffe' e via verso lo scarico. |
Le operazioni di scarico |
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Le macchine grandi e
pesanti, come il System/34 ed i due System/36, e l'Auditronic, vengono
scaricate al piano seminterrato, per essere poi posizionate nella sezione
grandi macchine. Tutto il resto viene invece portato al piano rialzato, per
essere pallettizzato in attesa di catalogazione. Oltre ai due furgoni,
dobbiamo scaricare anche la Carnival, carica del materiale della donazione
del giorno precedente.
Tre ore di lavoro servono per far si che il materiale si trovi disposto
ordinatamente nella sezione di ingresso del Museo. |
Ma non finisce qui |
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Una volta scaricate le
macchine, e poggiate sui pallet all'interno del Museo, non si e' nemmeno a
meta' dell'opera, anche se per molte persone, e purtroppo, lo dico con
profondo dispiacere, anche per alcuni tra i miei piu' stretti collaboratori,
la cosa finisce qui.
Invece c'e' ancora la parte piu' importante, perche' e' quella che fa la
differenza tra un Museo ed un magazzino : la catalogazione. Ogni macchina
deve essere controllata, fotografata se non ancora presente, catalogata,
inserendola nel database. Una volta inserita, va etichettata, e le foto
vanno caricate prima nell'archivio locale, che poi va sincronizzato con il
sito online.
Questo e' il cuore del Museo, e' quello che per tantissime persone
rappresenta l'unica cosa visibile, persone che magari non visiteranno mai il
museo fisicamente. E' triste che questa importantissima fase della vita del
Museo, venga considerata solo una rottura di scatole.
Abbiamo migliaia di macchine ancora da catalogare, che purtroppo ormai
costituiscono un arretrato consolidato. Alla fine del 2013, sacrificando
tante domeniche, e rubando tempo al mio lavoro, ero riuscito a fare in modo
che almeno tutte le ultime donazioni arrivate, fossero catalogate al momento,
quindi senza generare ulteriore accumulo di lavoro, anzi, cercando
lentamente di iniziare a catalogare anche qualche arretrato. Dopo gli ultimi
arrivi massivi della primavera 2014, siamo di nuovo in condizione di dover
immagazzinare il materiale senza catalogarlo, per non intasare l'area di
ricevimento. |
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