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Tarcento - Wikipedia

Tarcento

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Stub Comuni
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Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Tarcento
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Tarcento]]
Stato: bandiera Italia
Regione: Friuli-Venezia Giulia
Provincia: stemma Udine
Coordinate:
Latitudine: 46° 13′ 0′′ N
Longitudine: 13° 13′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 230 m s.l.m.
Superficie: 35 km²
Abitanti:
9.029 31.10.2006
Densità: 249 ab./km²
Frazioni: Vedi elenco 
Comuni contigui: Cassacco, Lusevera, Magnano in Riviera, Montenars, Nimis, Reana del Rojale, Tricesimo
CAP: 33017
Pref. tel: 0432
Codice ISTAT: 030116
Codice catasto: L050 
Nome abitanti: tarcentini 
Santo patrono: San Pietro 
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Tarcento (Tarcint in friulano, Čenta in sloveno) è un comune di 9.029 abitanti della provincia di Udine.

Indice

[modifica] Geografia

Tarcento si trova a 230 m s.l.m., 20 km a nord di Udine. La cittadina si colloca in un'area paesaggistica dai caratteri vari e contrastanti: a nord le Prealpi Giulie, imponenti bastionate calcaree che serrano l'orizzonte; a Sud l'alta pianura friulana; ad Est i colli orientali; a Ovest l'anfiteatro morenico del Tagliamento, il sistema collinare originatosi dopo l'ultima glaciazione.

[modifica] Frazioni

  • Bulfons

Sorge sulla sponda destra del Torre, circa un chilometro a nord di Tarcento, e si è sviluppata dal punto di vista urbanistico agli inizi del '900, attorno al grande complesso dell'industria tessile, che in passato ha assunto un ruolo fondamentale per l'economia del territorio tarcentino.

  • Ciseriis

La frazione è situata all'imboccatura della Val Torre, sulla riva sinistra del torrente. L'origine del nome (dal friulano Cjarièsis), rimanda all'antica vocazione di questa ed altre località collinari del tarcentino per la coltivazione delle ciliegie. Andando per sentieri a fine primavera, è ancora possibile incontrare vecchi alberi carichi di gustose duracine, la varietà che meglio si adatta al clima locale. Ciseriis fu sede comunale sino al 1928. In passato poi fu sede (fino al 1480) del Vicariatus Sclaborum, il cui vicario garantiva l'assistenza religiosa alle popolazioni slavofone residenti nella zona a nord di Tarcento, da Coia a Sedilis all'Alta Val Torre (zone oggi quasi del tutto italianizzate). Il patrono del paese è San Carlo Borromeo, che si festeggia il 4 novembre.

  • Coia

Dalla collina di Coia si possono ammirare i più bei panorami di Tarcento e dei suoi dintorni, percorrendo antichi sentieri tra vigne, olivi e castagni. Patrono del paese è San Lorenzo, festeggiato 10 agosto. In occasione dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre, si svolge inoltre una processione di antichissime origini, percorrendo il cosiddetto "Zîr de Madone"; per l'occasione è distribuito del vino novello, denominato "vin de Madone".

  • Collalto
  • Collerumiz

E' la frazione più occidentale del comune ed è posta su un colle eocenico, lambito a nord-ovest dal corso del rio Urana e collegato a sud, attraverso una serie di bassi rilievi, con il poggio di Collalto. Il paese è formato dal borgo principale, Nanini, e dai due piccoli agglomerati rurali di borgo Del Pino e Anzil. La prima domenica dopo Pasqua si festeggia San Giuseppe sposo di Maria. La chiesa parrocchiale, a lui dedicata, fu costruita tra il 1850 ed il 1860; all'interno si trova un affresco raffigurante la Beata Vergine Maria, eseguito nel 1930 dall'artista Tita Gori di Nimis.

  • Loneriacco

La frazione di Loneriacco si colloca nell'ambito delle colline meridionali del comune, alla destra del fiume Torre. Il centro abitato ha mantenuto la struttura medievale raccolta attorno al colle della chiesa dei Santi Patroni Gervasio e Protasio (citata già in documenti del 1360), che si festeggiano il 19 giugno. All'interno della chiesa si trovano tre altari: il maggiore, in marmo, è dedicato ai Martiri titolari; il secondo alle Anime purganti; il terzo a S. Antonio da Padova. Nelle vicinanze di Loneriacco si trova l'antico borgo turrito di Villafredda, autentica perla architettonica nella cornice naturale dei colli meridionali.

  • Molinis
  • Sammardenchia
  • Sedilis
  • Segnacco

Segnacco (Segnà in friulano) è già ricordato in carte del 1143 quale "Segnagum"; anticamente sede comunale autonoma. La popolosa frazione è adagiata sul versante meridionale del colle di Sant'Eufemia, uno dei luoghi storici e paesaggistici più importanti di Tarcento. A Segnacco si festeggia la Madonna Immacolata l'8 dicembre, mentre in occasione di San Valentino si tiene la tradizionale festa degli anziani. Anche l'antica e famosa sagra della "Cuarte d'avôst" (Quarta d'agosto) ha origini religiose. Il patrono è San Michele, festeggiato il 29 settembre. I siti di maggiore rilevanza storico-turistica sono: la chiesa di San Michele Arcangelo, la chiesa di Sant'Eufemia, le corti rurali, l'antica osteria Gjâl Blanc.

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO: costata la bellezza di 72.375 lire nel 1881. L'edificio religioso situato in posizione centrale, fu costruito su progetto di Girolamo d'Aronco e consacrato nel 1891. Gli oltre 100.000 mattoni e le 14.000 tegole impiegati per la sua costruzione provenivano dalle fornaci delle terre limitrofe, molto ricche in depositi argillosi. All'interno ciclo di pitture di Lorenzo Bianchini e battistero monumentale.

CHIESA DI SANT'EUFEMIA: monumento nazionale d'arte, risale al XIV sec., anche se in precedenza una costruzione dedicata a Sant'Eufemia risulta esistere prima dell'anno 1000. L'edificio sulla tipica bifora campanaria con tre cuspidi piramidali, conserva al suo interno la copia della preziosa statua lignea della Santa, tra le più importanti opere del Trecento friulano, custodita al Museo Diocesano di Arte Sacra di Udine. Un affresco della Madonna con il Bambino e Santi, attribuito a Gian Paolo Thanner, datata 1512, mentre due pale d'altare: una attribuita a Giovanni Battista Grassi e l'altra di autore ignoto del Settecento, completano gli arredi. Una pietra sull'esterno del fianco destro reca la data 1347, quando l'edificio venne ampliato o ricostruito, per essere consacrato nel 1356. Sempre all'esterno, vicino all'atrio, si trova la pietra proveniente dall'Aquileia romana e dedicata al tarcentino Chino Ermacora, divulgatore della friulanità nel mondo.

CORTI RURALI: passeggiando per Segnacco, fanno capolino da sotto i portici degli edifici a fronte continuo, cortili e facciate di abitazioni ben conservate e rispettose della più genuina architettura friulana.

GJÂL BLANC: (italiano: gallo bianco) l'antica osteria rappresenta uno dei punti cardinali della vita culturale della Tarcento di un tempo. Al suo interno si ritrovano tele dipinte dal pittore locale Loris Pasquali rappresentanti scene di vita tipica di un tempo.

SAGRA "CUARTE D'AVÔST": a pochi passi dal santuario di Sant'Eufemia si svolge annualmente la sagra della "cuarte d'avôst", altrettanto antica (XIV sec.) e vissuta tutt'oggi con eventi folcloristici e musicali.

  • Stella
  • Zomeais

[modifica] Storia

I primi documenti che riportano il nome di Tarcento risalgono al XII secolo, ma la città vanta origini molto più antiche: gli studiosi parlano infatti di popolazioni paleolitiche alle quali si sono succeduti insediamenti preistorici, quindi celtici, e poi naturalmente la colonizzazione del Romani. Per trovare la prima citazione del nome dobbiamo attendere il 1126, quando Tarcento era feudo dei Machland, provenienti da Perg (Austria). Nel 1219 i Machland furono sostituiti dai di Caporiacco. Nel 1281 il patriarca di Aquileia Raimondo dalla Torre assegnò il feudo al nobile Artico di Castel Porpetto. Tarcento rimase così sotto la giurisdizione dei Castel di Porpetto fino all'avvento di Napoleone (1797). Nel 1866 la cittadina fu annessa al Regno d'Italia, diventando capoluogo mandamentale.


[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti



[modifica] Voci correlate


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